Fenomenologia di una farmacista rurale d'Aspromonte

La riflessione di Luigi Guglielmelli, segretario provinciale Pd Cosenza

3 luglio 2015
14:00

Da qualche anno in Calabria abbiamo assistito al Fenomeno dell’Eroe di Calabria, su cui ho già detto molto, che si interseca con il Fenomeno, anch’esso particolare e curioso, della farmacista rurale impegnata per le sorti progressive della sua terra. Lei non è mai interessata al potere che invece combatte con le sue gesta semplici e umili, non si fa strumentalizzare dalla politica, ormai malata e corrotta, ma si fa essa stessa politica con nuovi canoni e valori. Lo fa partendo dalla sua candida ingenuità e da una morale luccicante da piccolo mondo antico che la modernità vuole cancellare e distruggere. E’ un nuovo prototipo della lotta eterna tra il Bene e il Male, tra Davide e Golia, tra civiltà e barbarie. Il suo essere donna, in una sorta di maschilismo inghiottito da una vetusta femminilità, le conferisce un’aurea di manifesta debolezza che la espone sempre di più alle intemperie politiche, alla cattiveria e all’odio che i calabresi, tutti collusi in qualche modo, mostrano nei suoi confronti.

 


Quando il Fenomeno da allegorico- metafisico diventa immanente-ontologico e si fa politico diventa ancora più estroso e curioso. Diventa da farmacista rurale primo Sindaco anti-mafia di Calabria. Subisce un attentato, viene messa sotto scorta ma poi in una intervista al Corriere della Sera dichiara che non di trattava di ‘ndrangheta ma di atti fatti con modalità mafiose. Ancora una volta emerge la sua ingenuità circondata dall’umiltà di non rivendicare il suo essere contro la mafia. E’ una Gloria che non può intestarsi e dunque minimizza, esclude, toglie e cosi facendo suscita ancor più tenerezza e affetto dal popolo, “Non nobis, Domine, sed nomini tuo da Gloria.”

 

La sua esperienza di Sindaco finisce anzitempo. I cattivi raccontano di un dissesto economico alle porte, di un’emergenza rifiuti che devastava Monasterace, di una piazza abusiva bloccata dall’Agenzia del Demanio. Ma sono i cattivi, il nostro Sindaco invece si dimette perché la sua Giunta non vuole costituirsi parte civile in un processo contro la ‘ndrangheta. Un affronto che la farmacista, riflettendo sulla sua missione sacerdotale, non tollera e dunque sacrifica se stessa sull’altare della coerenza e della rettitudine morale. In seguito si saprà che un suo Assessore è cognato di un capo ‘ndrina (lo dice una sentenza passata in giudicato) ma questo non la distoglie dalla strada Maestra. Non è sua responsabilità e infatti il suo sacrificio la laverà da ogni macchia indegna. Lei è vittima delle oscure trame del potere, inscrutabili e incomprensibili per chi , come lei, viene da un mondo rurale in cui contano solo i cicli della natura. Oggi chiede le dimissioni di Oliverio perché avrebbe sbagliato sulla nomina degli Assessori. Ma Oliverio non ha una missione, è un uomo di potere, è il potere e non poteva non sapere. Lei fu circuita perché ingenua e pura, Oliverio ha fatto scelte sapendo di privilegiare il Male al Bene.

 

Una caratteristica del Fenomeno è di mostrarsi debole pur essendo sempre presente con ruoli importanti nel partito che ha scelto come culla della nuova civiltà che vuole costruire. Bersaniana di ferro fino alla compilazione delle liste alla Camera, civatiana fino alla nomina in Direzione nazionale, canaliana fino al congresso regionale ed infine renziana fino alla nomina di Ministro agli Affari regionali. Insomma è abilissima nell’infilarsi, simbolo eterno dell’Arcangelo Michele, utile per tutte le stagioni come si usa, appunto, in campagna.

 

La stagione dell’amore che la sconvolge è quella che l’ha vista Ministro della Repubblica. Quando Matteo Renzi ha letto la lista io ero ricoverato, ho chiesto all’infermiera il valium, non me l’hanno dato, dicevano che dovevo soffrire in quanto Segretario provinciale del PD e indirettamente dunque colpevole. I quei giorni abbiamo assistito al panico nelle redazioni delle Testate Nazionali che si affrettavano a colorare su tela la nuova effige del Fenomeno, a ritrarla nella sua condotta di vita monastica. Terrore si registrò tra i costituzionalisti che da anni riflettevano sulla riforma del Titolo V della Costituzione e della riforma degli Enti locali e che non trovarono alcuna pubblicazione del Fenomeno a riguardo, smarrimento nei corridoi del Ministero. Si racconta che la frase più rassicurante l’abbia detta un alto Dirigente “il Ministero sono i suoi funzionari, il Ministro è un dolce orpello”. Li il Fenomeno ha dato il meglio di sé. Ammiratrice, pudica e platonica, di Winston Churchill ha fatto di tutto per dimostrare al mondo che la vecchia battuta del leone inglese “si apri lo sportello e non scese nessuno” era in realtà un omaggio a quanti fanno politica con riserbo, timidezza ed umiltà. E dunque sparì. Voyager parlò di un fenomeno di bilocazione immateriale, altri ufologi di trasferimento ultra-molecolare in una dimensione parallela. Noi che studiamo il Fenomeno siamo convinti che ancora una volta si sia trattato di semplice spirito bucolico; come il pastore lascia che il gregge viva libero nei prati e sulle colline così il Ministro ha lasciato libero il suo ministero di vagare sotto il rigido controllo dei maremmani che dalla vecchia Torre Chigi vigilavano che le pecorelle non si smarrissero.

 

Dopo tanto faticare visse, come Van Gogh, la fase psicotica. Come il visionario artista anche il Fenomeno diede il meglio di sé. E come Van Gogh intuì il modello matematico delle “turbolenze”, Lei intuì il mistero delle turbolenze politiche per cui in tre giorni annunciò le dimissioni da Ministro per fare l’Assessore in Calabria, rinunciò a fare l’Assessore perché la posizione di De Gaetano “non era chiara”, e l’indomani si dimise comunque da Ministro. Quindi nessuno capirà mai perché si è dimessa da Ministro. Ma anche questo rientra nella fenomenologia della farmacista rurale: così come da Sindaco lasciò prima che un uragano la colpisse allo stesso modo si dimise da Ministro prima di essere dimissionata per evidente incapacità politica. Ma intanto la furbizia contadina aveva segnato un altro colpo: “la Lanzetta è l’unica che rinuncia alle poltrone, in Italia nessuno si dimette”, la gente mormorava. E’ questo che rende il nostro Fenomeno straordinario: trasformare l’acqua in vino. In questo senso la sua esperienza esce dalla fase psicotica e si avvicina alla fase dei miracoli con la vicenda rimborsopoli.

 

Rivendica di aver ragione su De Gaetano dimenticando che la vicenda attuale non c’entra nulla con quella per cui “fece per viltade il gran rifiuto”, rimprovera ad Oliverio di non avere più la fiducia dei Calabresi e lo invita a ritornare alle urne, si pone come unica Salvezza per la nostra terra di fatto candidandosi a Presidente della Calabria. Come si vede la buona politica può vincere, la spada dell’Arcangelo Michele può trafiggere i satanassi ribelli, alla fine Apollo può mettere a tappeto Rocky Balboa. Il Fenomeno fin qui descritto è la prova che nulla è perduto e che se torniamo tutti al mondo rurale e bucolico anche la Calabria, questo intricato mondo, può avere una chanches con M.C. Lanzetta, farmacista rurale d’Aspromonte e futura Presidente della Giunta regionale…di quale Regione lo decideranno i cittadini.

 

Luigi Guglielmelli
Segretario provinciale Pd Cosenza

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