A Cosenza non serve Renzo Piano

*di Luigi Colella - 90 milioni per il recupero del centro storico: una grande opportunità per tutti i calabresi

14 febbraio 2019
18:54

Dei 360 milioni destinati a Cosenza, Palermo, Napoli e Taranto, 90 milioni interesseranno il centro storico della città Bruzia. Una grande opportunità, non solo per Cosenza ma per tutti i calabresi. A partire da geometri, ingegneri e architetti che andrebbero coinvolti direttamente, magari attraverso un concorso di progettazione.


Inutile invocare Renzo Piano o Stefano Boeri come proposto recentemente da qualcuno, lo si fa ogni volta che cifre eclatanti interessano lavori pubblici, lo si fa dando uno schiaffo ai professionisti locali etichettandoli di serie B. “Vorremmo un architetto che ha nel cuore il verde e la bellezza” scrive qualcuno sui giornali locali. E' vero in Calabria è facile imbattersi in brutture che definirle architettoniche potrebbe essere un azzardo, ma non si possono avere pregiudizi su professionisti di una terra che ospita facoltà di architettura, ingegneria e agraria apprezzate da tutta Italia.



Da Renzo Piano e da Boeri si può prendere spunto, questo sì e gli architetti lo sanno, anche quelli calabresi. L’ottima metodologia di studio attivata con G124, un gruppo di lavoro che prende il nome dal numero dell’ufficio del senatore Piano a Palazzo Giustiniani, trasformato in un laboratorio per progettare la riqualificazione delle periferie delle città italiane, può essere un esempio di come creare un gruppo di studio che elabori analisi propedeutiche a un concorso d’idee e di progettazione. Ancora meglio, lo spunto metodologico potrebbe derivare da quel laboratorio di quartiere sostenuto dall'UNESCO, attraverso il quale lo stesso Piano, con Peter Rice (ingegnere) ha avviato il recupero del centro storico di Otranto salvaguardando il suo aspetto fisico e sociale, anche giornaliero, attraverso un cantiere permanente. Da quell'esperienza di Otranto, datata 1979, per il centro storico di Cosenza si potrebbe attingere per esempio, permettendo ai residenti di rimanere nelle loro case facendoli partecipare attivamente ai lavori di restauro. Le tecnologie compatte, non invasive e innovative di allora sono ancora più performanti oggi dopo 40 anni.


90 milioni da spendere per il recupero e la rinascita del centro storico di Cosenza, devono essere impegnati anche per lasciare alla città, una volta completata la missione di recupero “partecipato”, un modello che possa essere adattato a diversi altri contesti.


Che la politica incontri i residenti, i commercianti, le associazioni e i comitati spontanei di cittadini per ascoltare le istanze, le idee e le criticità di chi vive e lavora in quel contesto, è propaganda. Azioni simili devono essere avviate da tecnici che attraverso la progettazione partecipata coinvolgano i diretti interessati per stilare un piano che preveda sezioni complementari tra loro. Nel 1979, prendendo in esame sempre l’esperienza di Otranto, Piano e Rice hanno operato come di seguito sintetizzato ma oggi, dopo 40 anni, le sezioni potrebbero essere implementate e/o modificate:
• Analisi e diagnostica per effettuare valutazioni strutturali, architettoniche e sanitarie degli edifici degradati della zona.
• Informazione e istruzione per studiare le numerose questioni relative al restauro dei centri storici fornendo indicazioni sulle condizioni della città e le leggi locali, sugli strumenti legislativi, una sorta di interfaccia tra gli esperti e i residenti locali.
• La sezione "progetto aperto" ha tenuto il pubblico informato sugli aspetti pratici e tecnici del progetto e le sue attività tramite consulenti specializzati nelle normative in vigore e con informazioni sui costi e le opportunità di riduzione dei costi attraverso l'acquisto cooperativo (per impostare un piano di manutenzione ordinaria successivo all'intervento di recupero).
• La sezione di lavoro e di costruzione è passata dalle diagnosi delle fasi precedenti al lavoro di restauro vero e proprio con la partecipazione attiva di maestranze locali.


Pensare a un cantiere che utilizzi attrezzature non invasive, compatte e rispettose dell'ambiente (impalcature mobili, veicoli elettrici a bassa velocità, teleferiche, …) consentirà ai residenti di non spostarsi da casa (a parte le situazioni più critiche).
Le azioni propedeutiche della Regione Calabria, volte all'ottenimento del fondo Cipe, hanno raggiunto un traguardo, tocca ora individuare la strada pragmatica per evitare lo sperpero (che in Calabria troppo spesso abbiamo visto), per fare in modo che il centro storico di Cosenza diventi un laboratorio-guida di buone pratiche. In questo non ha torto chi immagina “un progetto olistico che vuole meritare ancora, dopo questo investimento, nuova attenzione dai ministeri” ma resta inaccettabile che i turisti, sempre secondo chi invoca Piano o Boeri a capo del progetto, “dovranno giungere a Cosenza per visitare la città storica che porta il segno dei grandi architetti”.


Un concorso d'idee e/o un concorso di progettazione dovrebbero essere il primo passo per ottenere proposte di qualità. Il codice dei contratti pubblici aggiornato con il Decreto Correttivo, D.Lgs. 19 aprile 2017, n. 56 che ne ha profondamente modificato l’impostazione, aiuta in tal senso. Tra il concorso di progettazione e il concorso di idee oggi c’è una differenza minima: nel primo vi è un progetto, nel secondo invece un’idea progettuale. In entrambi i casi le procedure sono finalizzate a evidenziare le capacità creative e progettuali dei soggetti partecipanti alla prova.


Nel concorso di progettazione il committente si impegna ad acquistare il progetto vincitore, prevedendo o meno l’assegnazione di premi, mentre nel concorso di idee è previsto l’acquisto della proposta ideativa mediante l’assegnazione di un premio. In entrambi i casi l’oggetto dell’acquisto è un’opera d’ingegno presentata in sede di concorso costituita da un progetto o da un’idea.


La procedura ha quindi lo scopo di esaltare le capacità creative e progettuali dei soggetti indipendentemente dalle capacità economico-finanziarie e tecnico-organizzative (salvo che non si tratti di affidamento della progettazione esecutiva), aprendo opportunità a una moltitudine di professionisti finora “scartati” perché con “portafogli e portfolio” più scarni di altri. La committenza si arricchirebbe di proposte delle quali gioverebbero tutti, Cosenza, la Calabria intera e i suoi professionisti, e l’Italia che avrebbe una “guida” come riferimento, per le best pratictes attuate nel recupero del centro storico della città bruzia.

*Luigi Colella, architetto

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