Scoperta imprenditrice dell'occulto: leggeva i tarocchi e svuotava i conti in banca

La donna prometteva guarigioni e asseriva di saper leggere il futuro nei tarocchi. Il giro d'affari annuale era di un milione di euro

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11 settembre 2018
17:07

Non è vero ma ci credo, si dice. E i clienti della cartomante arrestata con l’accusa di aver messo in piedi una truffa da 4 milioni di euro, puliti puliti e soprattutto esentasse, ci hanno creduto decisamente troppo. Ad indagare sull'imprenditrice dell'occulto la Procura della Repubblica di Perugia, che ha mandato allo studio del sedicente fenomeno paranormale i militari del Gruppo della Guardia di Finanza, incaricati di rendere concreto quanto risultato dalle indagini, vale a dire la denuncia alle autorità per truffa ed evasione fiscale.

 


Il meccanismo non differiva molto da quello che negli anni ’90 Vanna Marchi mise in piedi insieme alla figlia Stefania e al “mago do Nascimento” (attualmente latitante).  Un impero milionario costruito facendo leva sulla debolezza e la disperazione di chi richiedeva  il suo intervento paranormale per problemi di lavoro, amore o salute, o con la speranza di azzeccare un terno al lotto. Problemi che lei prometteva di risolvere a caro prezzo. Proprio come la maga di Perugia, che vantava un tariffario da urlo per fare e disfare fatture, leggere il futuro nei tarocchi e confezionare amuleti contro la malasorte.

 

Le condizioni erano poche e chiare. La maga non riceveva mai di persona, ma attraverso numero speciale a pagamento, e successivamente, quando il cliente era fidelizzato, dal telefono del suo studio. Venivano offerti servizi di cartomanzia e addirittura rituali ad personam, che il cliente era chiamato a saldare con pagamenti attraverso postepay, vaglia postali, bonifici bancari in molti casi a beneficio di prestanome della cartomante.

 

L’aspetto più tragico, però, è quello umano. Perché la maga, che prometteva guarigioni, se non adeguatamente retribuita, minacciava il malcapitato cliente di fare una fattura a morte su di lui e sui suoi cari. A questo punto quasi tutti finivano per pagare, a costo di finire in mano agli usurai e ricoprirsi di debiti.

 

Grazie alle indagini, i Finanzieri hanno scoperto che l’imprenditrice, ogni anno, a fronte di un volume d’affari mediamente dichiarato pari a circa 300.000 euro, riusciva a nascondere alle mani del fisco più di un milione di euro.

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