L’escalation

Prove di guerra tra Israele ed Hezbollah, mentre al Cairo si tratta

Al via la rappresaglia del gruppo islamista in risposta all'uccisione del comandante militare del gruppo terroristico, Fuad Shukr a Beirut nel luglio scorso. Tel Aviv ha lanciato missili sul Libano per prevenire l'attacco. La Casa Bianca monitora da vicino l'escalation

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di Redazione Cronaca
25 agosto 2024
16:45

Prove di guerra tra Israele e Hezbollah mentre da ieri al Cairo si tratta per una tregua nella Guerra di Gaza che permetta il rilascio degli ostaggi israeliani. L'escalation è avvenuta stamane all'alba quando Tel Aviv ha bombardato preventivamente obiettivi in Libano per rispondere a un «attacco su larga scala» di Hezbollah.
L'intelligence aveva informato Tel Aviv di lanciamissili programmati alle 5 del mattino in direzione di Tel Aviv, che puntavano al ministero degli Esteri israeliano e ad altri obiettivi strategici. La ragione, dettata dallo stesso Hezbollah era quella di una rappresaglia per l'uccisione del suo comandante militare di vertice, Fouad Shukur, un mese prima.
I razzi del gruppo islamista libanese sono comunque stati lanciati, 320 Katyusha su 11 obiettivi militari secondo Hezbollah, 210 secondo l'Idf (accompagnati da 20 droni). Le forze armate israeliane hanno successivamente spiegato che i razzi erano diretti verso il Nord e verso Tel Aviv e che sono stati in gran parte abbattuti, pur causando ugualmente danni e feriti. Un'azione durata circa tre ore ma intensa, della quale lo stesso Hezbollah ha annunciato la fine, negando però l'azione preventiva di Israele e parlando di «successo dell'operazione».
Da parte di Israele invece le dichiarazioni che si sono susseguite in mattinata mostrano una precisa programmazione della sua azione militare.
Il Consiglio di guerra si è riunito stamane di emergenza e l'aeroporto di Ben Gurion è stato chiuso per qualche ora. «Osserviamo i preparativi di Hezbollah per attacchi contro il territorio israeliano», ha scritto l'esercito israeliano in un messaggio in arabo ai residenti del Libano meridionale.
«Chiunque si trovi vicino alle aree in cui opera Hezbollah deve lasciare immediatamente l'area per proteggere se stesso e le proprie famiglie», ha esortato. Tutti i voli in partenza da Tel Aviv sono stati posticipati e quelli in arrivo vengono dirottati verso altre destinazioni.
«Siamo determinati a fare tutto il possibile per proteggere il nostro Paese, riportare i residenti del Nord sani e salvi nelle loro case. E continueremo a seguire una semplice regola: chiunque ci faccia del male, noi gli facciamo del male» ha affermato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, nel corso della riunione del gabinetto di emergenza, che stamattina Israele ha distrutto migliaia di razzi Hezbollah.
«Stamattina abbiamo rilevato i preparativi del gruppo per attaccare Israele», ha detto. «In consultazione con il ministro della Difesa e il capo di stato maggiore, abbiamo incaricato le forze armate di agire in modo proattivo per rimuovere la minaccia».

Intanto al Cairo, nonostante l'escalation, dovrebbe tenersi come previsto il vertice negoziale. «Una delegazione israeliana di alto rango si sta dirigendo nella città egiziana», ha confermato un funzionario israeliano. Il team negoziale israeliano, formato dal direttore del Mossad, dal capo dello Shin Bet e dal generale dell'Idf Nitzan Alon, incontrerà il direttore della Cia Bill Burns, il primo ministro del Qatar e il capo dell'intelligence egiziana.
E come previsto Hamas non parteciperà. Gli americani stanno esercitando una pressione significativa su Israele affinché concluda un accordo, ha affermato il funzionario, proprio per impedire che una guerra più grande scoppi in tutta la regione. Stamane, subito dopo il fuoco incrociato con il Libano, il ministro degli Esteri Gallant ha ribadito che Israele non vuole una«guerra totale». Mentre il presidente americano, Joe Biden, «monitora da vicino gli sviluppi dell'escalation».


 

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