Bimba ferita, il figlio del boss contro il padre: «La camorra fa schifo»

Antonio Piccirillo prende la parola contro la mafia nella manifestazione che si è tenuta a Napoli e si rivolge ai parenti dei capiclan

di Redazione
6 maggio 2019
12:51
Antonio Piccirillo
Antonio Piccirillo

Una sfilata di coraggio e determinazione quella di Antonio Piccirillo, il figlio di un boss della camorra, Rosario Piccirillo, detto o’Biondo e capo dell'omonimo clan, attivo a Napoli, in particolare nella zona di Chiaia e San Ferdinando.

 


Domenica 5 maggio Antonio ha partecipato al corteo contro la camorra e la violenza organizzato a Napoli dopo la sparatoria dei due giorni prima in cui è rimasta gravemente ferita una bambina di 5 anni, Noemi. L’agguato di camorra aveva l’obiettivo di colpire il pregiudicato Salvatore Nurcaro.

 

Sotto lo slogan “DisarmiAmo Napoli” centinaia di cittadini napoletani si sono ritrovati nel luogo della sparatoria, piazza Nazionale. Durante l’iniziativa Antonio Piccirillo ha preso la parola con il megafono e ha pronunciato dure parole di condanna contro la camorra e contro il padre.

«Amate sempre i vostri padri, ma dissociatevi assolutamente dai loro stili di vita»

«Sono Antonio Piccirillo, figlio di Rosario Piccirillo, che purtroppo ha fatto delle scelte sbagliate nella vita: è un camorrista, almeno così hanno detto i giudici, i giornali, le istituzioni», ha urlato il giovane attraverso un megafono nella manifestazione contro la camorra e la violenza in piazza Nazionale a Napoli.

 

«Voglio lanciare un messaggio a noi, figli di queste persone: amate sempre i vostri padri, ma dissociatevi assolutamente dai loro stili di vita, perché sono stili di vita che non pagano».

 

«Se noi figli non faremo dei passi in avanti nel positivo rimarremo fossilizzati in questa cultura priva di etica e che non paga», ha proseguito Piccirillo. «C’è gente che pensa che la camorra 50 anni fa era meglio di oggi: ha sempre fatto schifo, è sempre stata ignobile».

 

«Le persone perbene sono le persone che rispettano gli altri e i camorristi non rispettano nessuno», ha concluso il ragazzo, le cui parole sono state accolte con un lungo applauso da parte dei presenti.

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