Bambino ebreo vittima dei bulli: «Riapriremo i forni di Auschwitz»

A Ferrara la denuncia dei genitori di un giovane studente aggredito verbalmente e fisicamente dai compagni di una scuola media

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di Redazione
16 aprile 2019
11:21

«Quando saremo grandi faremo riaprire Auschwitz e vi ficcheremo tutti nei forni, ebrei di…», è questa la terribile frase con cui è stato denigrato un giovanissimo alunno di una scuola media di Ferrara. Lo studente, vittima dei bulli, sarebbe stato preso di mira perché di religione ebraica.

L'inquietante episodio è stato riportato dall'edizione locale de il Resto del Carlino. A fare la denuncia è stata la madre del bambino che non si espone pubblicamente. La questione è stata resa pubblica dalla madre di un altro alunno, interpellata dal genitore della vittima in qualità di rappresentante di classe. «È inaccettabile che accadano simili episodi. Non si può far passare sotto silenzio questo chiaro segnale di antisemitismo strisciante», ha dichiarato la donna che si è rivolta anche alla comunità ebraica.


Sull’episodio massimo riserbo

Sul caso si sono già mobilitati insegnanti e autorità scolastiche che - al momento - vogliono mantenere il massimo riserbo vista anche l'età dei ragazzi coinvolti, tutti minori che frequentano un istituto secondario di primo grado. Secondo quanto denunciato, il ragazzino sarebbe stato vittima di un gruppo di bulletti e aggredito sia verbalmente che fisicamente nella palestra dell'istituto scolastico. Solo uno dei ragazzi però si sarebbe rivolto a lui in riferimento alla religione e al terribile sterminio degli ebrei ad opera dei nazisti.

«So che la questione è già stata affrontata all’interno della classe tra docenti e studenti. Peraltro, il ragazzino responsabile dell’aggressione, una volta scoperto, si è scusato e ha promesso che non farà mai più cose simili» ha assicurato intanto la dirigente scolastica, aggiungendo: «Comunque ho in programma di convocare un consiglio di classe straordinario per capire meglio, anche con i professori, quello che è accaduto».

«La scuola da sempre è attiva nell’organizzare iniziative legate al Giorno della Memoria e, in tanti anni che presiedo questo istituto, è il primo caso di questa portata che mi trovo ad affrontare» ha proseguito la preside, concludendo: «Il caso va preso con la giusta serietà, senza essere sminuito, ma che deve essere trattato con il massimo della cautela e della discrezione».

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