Ionadi, gli impianti pubblicitari Pubbliemme e gli slogan antimafia indigesti a due ex sindaci risentiti con lo Stato?

Quelle installazioni avrebbero leso la maestà dell’ex Ras di Ionadi. Purtroppo non possiamo che dare questa lettura. Un esercizio di prepotenza senza più il potere, un atteggiamento che, in questa terra, purtroppo, si verifica spesso. Utilizzare il potere, abusare del potere
26 marzo 2018
19:53

Due ex Sindaci attraverso le colonne della Gazzetta del Sud, si sono resi di protagonisti di un grande atto di “legalità”. Il primo ex sindaco, è di Ionadi, il quale ha sollecitato la Polizia Municipale a multare la Pubbliemme, rea, secondo la sua denuncia, di avere affisso un manifesto contro la Mafia in violazione del codice della strada. Il secondo ex sindaco, è di Mileto, e in qualità di corrispondente del quotidiano in questione, ha in sostanza manipolato la verità  non attivando un minimo di riscontro alla notizia, evidentemente sollecitata dal collega ex Sindaco. Entrambi gli ex sindaci sono accumunati da un paio di “sventure” giudiziarie. L’ex sindaco di Ionadi, Nazareno Fialà, è stato condannato in via definitiva per duplice omicidio colposo, l’ex sindaco di Mileto, Vincenzo Varone, autore dell’”imponente pezzo”, invece, è stato rimosso da Sindaco e il suo Comune sciolto per infiltrazioni mafiosa. Ordunque, come già spiegato dalla Pubbliemme, l’impianto di affissione non era affatto abusivo, ne’ tantomeno in violazione del codice della strada, infatti, era regolarmente autorizzato sia dall’Anas, sia dall’amministrazione comunale di Ionadi. Inoltre non esiste nessun ordine di rimozione.

 


A questo punto dovremmo ritenere che Fialà, nel denunciare la Pubbliemme, si sia stato mosso da quel delirio puerile intriso di provincialismo paesano, un delirio comico, un po' tribale, tipico tra i Ras di paese, in questo caso diretto verso il suo successore alla guida dell’amministrazione comunale di Ionadi, il quale ha autorizzato quello che egli non aveva voluto concedere nel passato: gli impianti pubblicitari alla Pubbliemme. Se fosse stato per questo,  per quanto penosa, la carognata di Fialà potrebbe essere seppellita da una fragorosa e compassionevole risata. E invece no.  Pare, invece, che quell’impianto avrebbe infastidito alcuni congiunti di Fialà, oggi consigliere d’opposizione, i quali posseggono un’attività commerciale nelle vicinanze. Dunque, quegli impianti, avrebbero leso la maestà dell’ex Ras di Ionadi. Purtroppo non  possiamo che dare questa lettura.  Un  esercizio di prepotenza senza più il potere, un atteggiamento che, in questa terra, purtroppo, si verifica spesso. Utilizzare il potere, abusare  del potere.  Un abuso che, l’ex sindaco aveva già perpetrato nel passato impedendo alla Pubbliemme di avere la legittima autorizzazione ad installare l’impianto pubblicitario.

 

“Di norma, gli uomini sono stupidi, ingrati, invidiosi, bramosi degli averi altrui; abusano della propria superiorità quando sono forti e diventano delinquenti quando sono deboli” sosteneva Voltaire. Forse questa vicenda rientra nella fattispecie analizzata dal vecchio Voltaire.  Forse. Certo è, che il violento attacco di orchite a Nazzareno Fialà è scattato proprio nel momento in cui su quegli impianti di via Preti campeggiava un forte appello antimafia e favore dello Stato. E come se, i due maldestri protagonisti di questa piccola porcata in salsa paesana, fossero stati annebbiati dal virus del risentimento, già il risentimento  verso quello Stato che, in qualche modo, in passato li ha puniti, “provare risentimento è come bere veleno sperando che ciò uccida il nemico” diceva Nelson Mandela, un insegnamento che sia Nazzareno Fialà che il giornalista Vincenzo Varone dovrebbero tenere bene a mente.

Pablo  

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