Risparmi a rischio, ma nessuno lo saprà mai

È la tipica situazione della gestione infedele del patrimonio affidato al private banker. L’avvocato Francesco Albanese spiega perché il risparmiatore rimane all’oscuro: la sanzione arriva solo in caso di danno
20 giugno 2017
19:12

La scelta del private banker (consulente privato) è fondamentale per la tutela del proprio risparmio. Perché? Forse in pochi lo sanno, ma un private banker può addirittura decidere di investire il denaro a lui affidato in attività che hanno un rischio molto più alto di quello scelto dal risparmiatore. E questi potrebbe non scoprirlo mai.

 


 

L’interessante prospettiva è stata delineata dall’avvocato Francesco Albanese nel corso del convegno di studi organizzato dalla San Paolo Invest e dal Comune di Bruzzano Zeffirio sulla tutela del risparmio.

 

 

«L’attività bancaria – ha spiegato Albanese – comporta una tipologia di reati che vengono distinte fra quelli che intervengono con atti lesivi del mercato, come aggiotaggio o insider trading che non vanno a colpire il piccolo risparmiatore, e quelli come gli atti di gestione infedele del proprio patrimonio, con violazione di norme come appropriazione indebita e truffa». Albanese è sicuro: «L’atto forse più tipico e più silente è la gestione infedele del patrimonio delle risorse affidate al private banker, laddove un piccolo risparmiatore sceglie un’allocazione del rischio molto bassa e il private banker, con azioni che sono frutto di investimenti speculativi, va ad allocare risorse con rischio alto, con dei danni che sono sotto gli occhi di tutti». L’aspetto più problematico riguarda un profilo che pochi sanno: vengono puniti solo i reati di danno. Che significa? Che il private banker risponderà solo e soltanto se causerà un danno al risparmiatore. L’esempio riportato dall’avvocato Albanese è emblematico: «Se ci fosse un’attività di gestione infedele concretizzata nel percorrere un profilo di rischio alto e non si verificasse un danno per il risparmiatore, a sua insaputa, il private banker avrà un profitto molto maggiore. Il rischio vi è stato, ma siccome non è punita la condotta di infedele gestione, quella condotta non verrebbe sanzionata. Solo nel momento in cui si verificasse un danno vi sarebbe una punizione. Sarebbe auspicabile – conclude il legale – un ampliamento dello strumento penale per anticipare la punibilità della condotta che andasse a violare profili di gestione in maniera preventiva».

Occhio, dunque, a chi ci si affida per la gestione dei propri risparmi. Si potrebbero correre rischi altissimi, senza neppure esserne a conoscenza.  

 

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