Sfrattati per "morosità incolpevole", i signori Pellegrino non hanno mezzi sufficienti per poter pagare un affitto. Continuano le denunce delle associazioni riunite nell'Osservatorio sul disagio abitativo per le inadempienze di Palazzo San Giorgio
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Continuano le denunce dell’Osservatorio sul disagio abitativo sulle inadempienze del Comune reggino. Martedì la famiglia Pellegrino, residente a Catona, quartiere alla periferia nord della città, finirà in mezzo alla strada perché diverrà esecutivo per loro lo sfratto. Uno sfratto deciso dal giudice perché la famiglia non ha potuto pagare per mesi il canone di locazione dell’appartamento a causa delle gravi condizioni economiche in cui versa ed infatti la loro morosità è stata decretata quale “morosità incolpevole”. Martedì, però l’ufficiale giudiziario gli intimerà di lasciare l’abitazione e la famiglia Pellegrino non ha un alloggio dove andare a risiedere.
Dal giugno scorso avevano richiesto al Comune l’assegnazione di una casa popolare, così come prevede la legge per “l’emergenza abitativa” ed il relativo regolamento comunale, ma non hanno avuto assegnato l’alloggio e neppure ha ricevuto una risposta. «È evidente - affermano le associazioni riunite nell’ Osservatorio sul disagio abitativo - che la sorte delle famiglie che rischiano di finire per strada e che hanno diritto all’assegnazione di un alloggio popolare non sembra essere una finalità dell'amministrazione comunale, nonostante l’esistenza del settore comunale di edilizia residenziale pubblica il quale è stato istituito proprio per questo scopo».
La famiglia Pellegrino, composta da due adulti, da circa un anno ha un reddito insufficiente per affrontare le spese di affitto; riesce a stento a provvedere al proprio sostentamento attraverso le piccole entrate da lavori saltuari. Nei mesi passati il signor Pellegrino ha avuto un gravissimo incidente per il quale è stato in coma per diverse settimane. Il trauma subito ha ridotto la sua capacità lavorativa anche per svolgere piccoli lavoretti. Con questa situazione economica la famiglia non è stata in grado di sostenere le spese di affitto, come invece ha fatto in passato, e quindi il proprietario di casa ha richiesto e ottenuto dal Tribunale lo sfratto esecutivo. Per le famiglie che si trovano in queste condizioni economiche, e quindi subiscono lo sfratto esecutivo per "morosità incolpevole", la normativa regionale prevede che il Comune garantisca loro il diritto alla casa con l’assegnazione temporanea di un alloggio popolare.
«Il Comune di Reggio Calabria - continua l’Osservatorio - ha oggi la possibilità di assegnare l’alloggio per questa famiglia perché ha degli alloggi confiscati disponibili». Ed inoltre, denunciano sempre le associazioni attraverso una nota stampa, che per regolare meglio la gestione di questi casi di “emergenza abitativa”, già previsti dalla normativa regionale, il Consiglio comunale di Reggio Calabria ha approvato il 25 gennaio 2018 un apposito regolamento, «ma a pochi giorni dallo sfratto - chiosano le associazioni - mentre la famiglia sta per finire sulla strada il Comune non ha provveduto all’assegnazione dell’alloggio necessario e non ha mostrato alcun interesse per questa situazione. Per questi motivi la rete di associazioni e movimenti, costituita dall’associazione Un Mondo di Mondi, Csoa Angelina Cartella, Società dei Territorialisti/e Onlus, Centro Sociale Nuvola Rossa, Comitato Solidarietà Migranti, Reggio Non Tace e Collettiva AutonoMia, chiede nuovamente al Comune che si provveda ad assegnare un alloggio a questa famiglia prima dell’esecuzione dello sfratto.
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