Reddito cittadinanza, al via le domande: previsto l'assalto ai caf

Gli addetti ai lavori parlano di file ai padronati e agli uffici postali sin dalle prime ore del mattino. E qualcuno invoca anche la vigilanza

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di Redazione
5 marzo 2019
16:28
Una coda in un ufficio
Una coda in un ufficio

A un anno dalle elezioni politiche che hanno dato vita al Governo gialloverde partono le domande per ottenere il Reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia della campagna elettorale del Movimento cinquestelle: dal 6 marzo sarà possibile inviare le domande per ottenere la misura di contrasto alla povertà che sostituirà il Rei mentre per metà aprile sono attese le prime "card" con le quali sarà erogato il sussidio.

Resta invece ancora in alto mare la parte del decreto che lega il sussidio all'inserimento al lavoro. Si chiede al beneficiario di firmare una dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (insieme ai componenti maggiorenni e non occupati della famiglia che non siano in pensione o impegnati in percorsi di studio) ma manca ancora chiarezza su come sarà possibile avviarlo verso un'occupazione. Manca l'accordo con le Regioni sul ruolo dei navigator e quindi il bando per l'assunzioni di quelli che nel progetto del Governo dovrebbero fare da guida nell'inserimento al lavoro per chi avrà il reddito.



Da mercoledì 6 quindi sarà possibile fare domanda o nelle sedi dei Caf, o online sul sito del Reddito di cittadinanza se si è in possesso dell'identità digitale Spid, o negli uffici postali compilando il modulo Inps. Il modulo è naturalmente basato sulle regole del decreto in vigore ma potrebbe essere modificato se in sede di conversione (la settimana prossima il testo è atteso alla Camera) ci dovessero essere emendamenti che lo cambiano.


Secondo gli addetti ai lavori già dalle prime ore del giorno è previsto un assalto ai centri, in particolare nelle grandi città come Cosenza, Reggio e Catanzaro. Le Poste suggeriscono infatti dei "turni per lettera", in ordine alfabetico, per presentarsi allo sportello a fare domanda, mentre qualcuno invoca anche l'utilizzo di agenti di vigilanza.


Il meccanismo dei turni, ha spiegato l'ad di Postepay Marco Siracusano, «è uno strumento pensato per dare un beneficio al cittadino, che può scaglionare quando si reca all'ufficio postale senza affollarsi il primo giorno». Si tratta di una suddivisione in una decina di giorni che però è appunto suggerita per rendere più fluido un afflusso che nel primo giorno sarà «sicuramente straordinario».

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