In Molise il reddito di residenza: 700 euro al mese per chi ripopola i borghi

Il bando proposto dalla giunta è rivolto a chiunque voglia aprire un’attività commerciale per almeno 5 anni. Un'idea che potrebbe essere ripresa anche dalla nostra regione

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di Redazione
9 settembre 2019
10:06
Pizzone (IS)
Pizzone (IS)

Una formula anti-spopolamento per salvare il Molise e le tante piccole comunità rurali che – con il tempo – rischiano di scomparire. Una speranza per i molisani che abitano centri urbani come Pizzone, 300 abitanti, provincia di Isernia, dove mancano alimentari, negozi e farmacia. L’unico esercizio pubblico è il bar che oltre a caffè e cornetto vende pane, latte e poco altro. Niente giovani, niente famiglie. Almeno altri 100 Comuni molisani su 136 hanno meno di duemila abitanti e sono nelle stesse condizioni di Pizzone, chi meglio chi peggio. Sempre più spopolati, rischiano di morire di inezia e solitudine.

 


Si affaccia ora una speranza con la pubblicazione, il 16 settembre nel Bollettino della Regione Molise, del bando che stanzia 700 euro mensili per chi prende la residenza in uno di questi paesi e apre un’attività per almeno cinque anni. Lo prevede il bando proposto da Antonio Tedeschi, consigliere della giunta di centrodestra presieduta da Donato Toma. Inizialmente si era pensato a una legge, poi per fare più in fretta è stata scelta una strada diversa. Stanziato un milione di euro, attingendo a un fondo vincolato del ministero dello Sviluppo che lo ha autorizzato. Per candidarsi al «reddito di residenza attiva» c’è tempo 60 giorni. Le domande verranno vagliate con attenzione e i nuovi arrivati saranno controllati per evitare che il loro trasferimento in Molise sia davvero attivo e non un sistema per sbarcare il lunario.

 

A riportare la notizia le pagine di L’Economia del Corriere della Sera. Per Anna Laura D’Amico, 27 anni, ora assistente sociale a Milano in un centro pubblico, quello di tornare nella sua terra d’origine, Pizzone, sarebbe «il mio sogno». «Ce ne stiamo andando tutti. Non c’è futuro e le uniche attività che sopravvivono sono piccole aziende agricole e di trasporti ereditate dai bisnonni». D’Amico è di Filignano, 700 abitanti che 30 anni fa erano 3000. Solo d’estate si rianima grazie agli ex che ci vanno in vacanza. Spera che la strategia borghi abbia successo per un fatto prima di tutto sentimentale e non solo da amministratore: «Contiamo molto su questo progetto. Il nostro è un territorio che meriterebbe di più. Servono infrastrutture. È un’iniziativa che risponde alle aspirazioni di chi cerca un posto tranquillo dove andare a vivere ed é disposto a lasciare la città. Ci aspettiamo ospiti non solo dal Molise ma anche da altre Regioni». Toma e la giunta parlano di rodaggio. Se il test funziona troveranno altri soldi per salvare gioielli come Fornelli, Bagnoli del Trigno, Pietrabbondante, Castel San Vincenzo, Scapoli.

 

Un’idea che, se trovasse riscontro positivo, potrebbe essere ripresa da molte realtà del Sud che stanno soffrendo lo spopolamento. Sono centinaia, infatti, i borghi che patiscono quotidianamente la perdita di abitanti, soprattutto ragazzi che scelgono di andare a vivere altrove. Come la Calabria, dove negli ultimi quindici anni 180mila giovani hanno deciso di emigrare verso altri lidi, costretti da condizioni di vita e di lavoro ormai inaccettabili nel terzo millennio.

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