«C'è bisogno di maggiore cooperazione». A dirlo è il terzo settore crotonese - VIDEO

Si è tenuto questa mattina un incontro volto al confronto tra le varie realtà associative; presente anche l'assessore regionale Angela Robbe

 

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di Giuseppe Laratta
20 giugno 2018
14:45

Serve una maggiore cooperazione tra le realtà associative presenti nel crotonese: è quanto emerso dall'incontro organizzato nel capoluogo pitagorico dal Consorzio Jobel, al quale hanno preso parte le associazioni – portando al tavolo le loro esperienze – e l'assessore regionale al Lavoro Angela Robbe.

«Parliamo di accoglienza, ma anche di innovazione sociale – ha dichiarato alla stampa il rappresentante del governo regionale – parliamo delle modalità con cui riusciamo a fare accoglienza e sociale, lavorando insieme e collaborando secondo i ruoli di ciascuno, con tutti i soggetti impegnati in questa direzione: dunque, con il terzo settore e la cittadinanza. Oggi è possibile fare Welfare solo se riusciamo a lavorare in modalità collaborativa, per una questione di ristrettezze economiche-finanziarie, ma anche per riuscire a fare Welfare raccogliendo tutte le istanze della società, che sono nuove e che stanno cambiando; per essere percepite e avere delle risposte complete, hanno bisogno di una partecipazione collettiva sempre più importante. Dunque, è necessario che se ne parli con i soggetti che sul territorio lavorano per questo, e insieme – istituzioni, terzo settore e cittadinanza – dare risposte. Ovviamente tra queste istanze c'è anche l'accoglienza, un tema dal quale non possiamo sottrarci nemmeno per decreto».



Come detto poc'anzi, le varie associazioni hanno portato le loro esperienze: Daniela Oliverio, in rappresentanza di Baubò, ha spiegato ai nostri microfoni il senso del progetto: «Ha origini in Inghilterra. Abbiamo importato il programma che riguarda i genitori con bimbi molto piccoli, creando un centro che accompagna dalla gravidanza, al post parto, fino a dare un sostegno alla genitorialità. Quello che è importante è lo studio, il tempo, il denaro, ma soprattutto il confronto con chi, magari, ne sa più di noi e può darci un aiuto».

 

«Ciclofficina nasce nel 2010 – ha dichiarato il presidente Giuseppe Aiello – parte come restyling di biciclette, ma negli anni ha usato il mezzo per sviluppare tematiche che ci stanno più a cuore: dalla lotta alla 'ndrangheta alla valorizzazione e promozione del territorio, come il patrimonio culturale, naturale e paesaggistico. In questi anni abbiamo riscontrato punti positivi e negativi: è aumentato il numero di ragazzi che si impegnano nel terzo settore, è aumentato il numero delle cooperative e delle associazioni, ed è aumentato anche il numero di ragazzi che, dopo aver fatto esperienze fuori, ritornano ad investire nella propria terra. I punti negativi, invece, riguardano la presenza di un terzo settore attivo che non è unito, non fa fronte comune per battersi per il territorio. Quello in cui noi come Ciclofficina crediamo è la rinascita del nostro territorio, partendo dai ragazzi e dalla cultura».

«Noi portiamo un'esperienza d'inclusione e di innovazione sociale – ha dichiarato Giovanna Manna dell'associazione Gli altri siamo noi – puntiamo a fare vedere i ragazzi disabili in un'altra prospettiva, non più come soggetti passivi della società, ma attivi. Inclusione poiché il nostro obiettivo è quello di portare i ragazzi a una vita indipendente, sia lavorativa che personale. C'è bisogno di tre cose: passione, professionalità e il fare rete. Senza quest'ultima non possiamo fare nulla».

Al tavolo, l'Arci, rappresentata da Francesco Perri e Filippo Sestito, ha portato il tema dell'immigrazione con il modello costruito in sinergia con il Comune di Roccabernarda nel centro Spraar del paese. «I cittadini stranieri – ha dichiarato Perri – costruiscono con noi un modello di comunità, che parte dal Welfare di base e dalle esigenze specifiche delle famiglie ospiti del centro. Si tratta di un'esperienza di accoglienza diffusa con alcuni appartamenti, dove le persone sono al centro della linea dello Spraar, tra le quali si costruisce un legame di comunità. La dignità della persona è al primo posto, insieme all'emancipazione degli ospiti stessi, per formare i cittadini del futuro».

Presente anche Officina Kreativa, un'azienda che si occupa di tecnologie digitali con una forte propensione al mondo dei beni culturali, con la mission di avvicinare questi due mondi. «E' una realtà nata un paio di anni fa – ha dichiarato Francesco Laterza, uno dei fondatori – insediata a Crotone e che, piano piano, è cresciuta con dei progetti come il co-working, l'innovation hub, che hanno avuto un impatto sociale. Quello che ci connota in questa giornata è l'impatto sociale in ciò che facciamo, a prescindere dal fatto che non siamo un'associazione del terzo settore». «C'è sempre bisogno di maggiore cooperazione – conclude – e di sistemi di rete, veri e non sulla carta. Ci piace spesso parlare di fare rete, ma i fatti concreti sono pochi; eventi come questo servono proprio a fare networking, a farci conoscere tra di noi, a far nascere dei progetti e dei dialoghi».

Giornalista
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