Inps, chiuso l’accordo su Tridico: ecco chi è il “padre del reddito di cittadinanza”

Consigliere del ministro Luigi Di Maio per le questioni legate al lavoro e alla previdenza, il professore calabrese sarà il nuovo commissario dell’ente. Francesco Verbaro subcommissario

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di Redazione
20 febbraio 2019
20:37
Luigi Di Maio e Pasquale Tridico
Luigi Di Maio e Pasquale Tridico

È stato chiuso l'accordo per i vertici dell'Inps: Pasquale Tridico sarà commissario e poi presidente mentre Francesco Verbaro avrà l'incarico di subcommissario. Lo apprende l'Ansa da fonti ministeriali.


43 anni, di Scala Coeli, nel Cosentino, professore di Economia politica all'Università di Roma Tre, il successore di Tito Boeri è considerato il “padre” del reddito di cittadinanza e su di esso dovrà vigilare nei prossimi quattro anni. Tridico era il candidato numero uno per diventare ministro del Lavoro in quota Cinquestelle la scorsa primavera, ma l'uscita dal contratto di governo Lega-M5s della riforma dell'articolo 18, lo ha fatto desistere. E così si è ritagliato un posto di consigliere del ministro Luigi Di Maio per le questioni legate al lavoro e alla previdenza, dal reddito di cittadinanza, come detto, al decreto dignità. Il professore è un sostenitore delle politiche keynesiane e un convinto oppositore delle misure di austerity.



Pochi giorni dopo le elezioni del 4 marzo, Tridico sul Blog delle Stelle scriveva che «se il lavoro flessibile costa poco, dato che il lavoratore perde diritti e quote salari, l'impresa rinuncerà agli investimenti ad alto contenuto di capitale, all'innovazione e quindi anche alla formazione di lavoratori qualificati con più alti salari. Verrà azionata la leva della competitività salariale piuttosto che quella della innovazione e del capitale umano costoso e qualificato. Avremo frequenti casi di sotto-mansionamento, e giovani laureati costretti a svolgere lavori meno qualificati con più bassi salari. Avremo anche casi di emigrazione qualificata e 'fughe di cervelli' all'estero. A perderci sarà tutto il Paese, impantanato in un contesto produttivo poco dinamico e a basso valore aggiunto».


Sostenitore di una distribuzione più equa della ricchezza, secondo il professore «l'aumento della disuguaglianza, molto marcata negli ultimi due-tre decenni, è causata da un cambiamento radicale delle principali caratteristiche del modello socio-economico nelle economie avanzate. Questo cambiamento comporta uno spostamento verso la finanziarizzazione, una pressione sul lavoro attraverso una maggiore flessibilità, il declino dei sindacati e il ridimensionamento della spesa sociale».


Infine sulla sua 'creatura', il reddito di cittadinanza, meno di un mese fa spiegava che «l'impatto macroeconomico può essere di notevole importanza, sia sull'efficienza del mercato del lavoro, in termini di aumento di occupazione e produttività, sia su alcuni aspetti macroeconomici che riguardano il moltiplicatore dei consumi, l'output gap e il recupero di spazio fiscale nel bilancio».

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