Battaglia legale

Le navi cargo non possono scaricare “in proprio” le merci che trasportano: il Tar Calabria dà ragione all’Autorità portuale

L'episodio a Crotone. Rigettato il ricorso di un armatore tedesco e accolte le controdeduzioni formulate dall’Ufficio legale retto al tempo dall’avvocato Simona Scarcella, oggi sindaco di Gioia Tauro: «Abbiamo contributo a fare giurisprudenza»

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di Giuseppe Mancini
12 settembre 2024
21:53

Sull’autoproduzione delle operazioni portuali da parte delle navi cargo (in pratica usare le proprie gru per scaricare sulla banchina quanto si trasporta), fa luce una nuova sentenza del Tar Calabria, la numero 01317/2024 del 10 settembre scorso. Ai giudici amministrativi è ricorsa la genovese Bbc Chartering, agente dell’omonima compagnia armatoriale breakbulk tedesca, contro l’Autorità di sistema portuale di Gioia Tauro.

I fatti 

La nave (Bbc Germany) ha stipulato un contratto con Fracht AG per il trasporto di materiali e impianti pesanti (tra cui due trasformatori del peso di 280,36 tonnellate ciascuno) destinati alla centrale elettrica di Terna localizzata in Maida che dovevano essere sbarcati nel porto di Crotone.


Vista l’inidoneità delle gru portuali di terra in dotazione a Crotone, la società ha chiesto all'Autorità portuale il permesso di affidare a un'impresa privata (originariamente individuata nella Compagnia Impresa lavoratori portuali s.r.l.) il trasferimento a terra dei colli con gru di bordo azionata dal proprio personale.

La risposta però è stata negativa: la dirigente dell’ufficio Sedi periferiche dell'Autorità Portuale, infatti, ha qualificato l'operazione come "autoproduzione vietata dalla legge". Conseguentemente, come da regolamento, ha sondato la disponibilità di imprese locali per effettuare le operazioni previste. Una richiesta a cui ha risposto presente un’impresa autorizzata nel porto di Crotone dotata di mezzi idonei. Ma la decisione comportava un aumento considerevole dei costi che ha visto la multinazionale mettersi di traverso e ricorrere al Tar.
Tuttavia i giudici calabresi hanno rigettato il ricorso e accolto totalmente tutte le controdeduzioni formulate dall’Ufficio legale dell’Autorità portuale retto al tempo dall’avvocato Simona Scarcella, attuale sindaco di Gioia Tauro, oggi in aspettativa.

«Abbiamo contribuito a fare giurisprudenza»

Comprensibile la sua soddisfazione: «Il Tar Calabria - ha detto Scarecella - ha sostenuto che non si può frammentare un’operazione di sbarco per affidarne un segmento a bordo, nemmeno, come nel caso di Bbc, qualora si sostenga che sia uno solo e nemmeno quello più caratterizzante l’operazione portuale».

Respinto anche il motivo del ricorso, che faceva leva sulla mancata vigilanza dell’Adsp sulle tariffe applicate dall’operatore autorizzato.
La sentenza è ovviamente destinata a far discutere, dal momento che oggi l’affidamento all’equipaggio della movimentazione con gru di bordo è prassi frequente in molti porti italiani.

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