Grand terroir

Cantine Artese: un’annata straordinaria per lo Zibibbo tra le suggestive colline di Zambrone

La storia della vitivinicoltura mediterranea, ricostruita grazie a nuove fondamentali ricerche scientifiche, restituisce alle nicchie di Calabria un valore immenso

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di Massimo Tigani Sava
11 settembre 2024
09:25

«Una vendemmia di Zibibbo di straordinaria qualità, tra le migliori degli ultimi anni». Giovanna Artese, titolare dell’omonima cantina di Porto Salvo (Vibo Valentia), e Leo Monterosso, suo marito ed esperto vignaiolo, sono soddisfatti al termine della raccolta di questo straordinario vitigno autoctono che sta caratterizzando sempre di più la vitivinicoltura del Vibonese. Tanta fatica, ma alla fine il risultato ottimale premia i sacrifici e le aspettative di un anno.

Con il bianco secco Aramoni, e con il passito Aurum Deum, le Cantine Artese offrono ai propri estimatori due letture diverse dello Zibibbo, vitigno aromatico e dolce per eccellenza. Personalmente ho una visione poco tendente all’omologazione dei vini che insegue a tutti i costi gusti globali standardizzati e appiattiti, o peggio ancora mode caduche. A mio avviso le caratteristiche naturali di un vitigno devono essere molto riconoscibili e non devono essere forzate. Anzi, al contrario, occorre esaltarle e promuoverle al massimo, proprio per la loro forza distintiva. Vale per il Gaglioppo cirotano o per il Magliocco Canino, caratterizzati entrambi da tannini forti, o appunto per lo Zibibbo con quel piacevole retrogusto leggermente amaro che può lasciare nei vini secchi o per la componente aromatica sublime che lo ha fatto amare da sempre.


La letteratura prevalente lega i percorsi mediterranei dello Zibibbo alle culture fenicia e araba, e quindi siciliana, calabra e spagnola. Come recentissimi studi internazionali hanno dimostrato (ne parlo nel mio ultimo volume intitolato “L’Alberello Enotrio”), la domesticazione dell’uva da tavola e da vino risale a circa 11mila anni fa, e quindi è molto più remota rispetto a quanto non si pensasse fino a poco tempo fa. Tali processi di domesticazione della vite sono partiti dall’Asia occidentale e dal Caucaso ed hanno compiuto movimenti molto complessi fra tre continenti, Europa compresa. Al centro il Mediterraneo e il ruolo dei popoli dediti in misura maggiore ai traffici commerciali e agli spostamenti: i Minoici, i Micenei, i Fenici, i Greci che fondarono nell’antica Calabria le prime colonie a partire dall’VIII secolo a.C., poi appellate come Magna Grecia, gli Arabi pre e post diffusione della religione musulmana. In questo immenso crogiuolo si sono costruite, nei secoli, nicchie di tradizione vitivinicola che sono il frutto del contatto con i singoli territori e con le specifiche condizioni pedoclimatiche. Ecco giungere allo Zibibbo che proprio a Pantelleria, in Sicilia, nel Vibonese e anche in parte del territorio reggino, nell’ambito della complessa famiglia dei Moscati, ha dato il meglio di sé, tra uva passa destinata all’alimentazione, vini dolci e in misura maggiore ai giorni nostri anche vini secchi. Profumi straordinari e inconfondibili che meritano di essere esaltati in tutta la loro massima espressività.

Cantine Artese è da consigliare per approcciarsi alla conoscenza dello Zibibbo, tra i citati Aurum Deum (il passito di Zibibbo in purezza) e l’Aramoni anch’esso monovitigno ma vinificato secco e fermo. La vendemmia 2024, certificano Giovanna e Leo, sarà tutta da degustare e da apprezzare, perché le uve prodotte sono risultate molto sane e ottimali dal punto di vista della maturazione.

C’è poi un altro aspetto assolutamente non secondario che riguarda le Cantine Artese, ed è relativo alla dimensione paesaggistica. Le vigne di Zibibbo coltivate da questi due giovani valorosi e seri, sono collocate sulle colline di Zambrone, guardano un tratto straordinario di Mar Tirreno e salutano ad ogni alba e tramonto le Isole Eolie. Passeggiare tra i loro vigneti significa esaltare l’immenso patrimonio naturalistico della Calabria, oltre che quello di una biodiversità sulla valorizzazione della quale c’è ancora tantissimo da fare. Bevete un calice di Aramoni o di Aurum Deum tra i filari affacciati sulle Eolie e la vita vi apparirà migliore, facendovi meditare sul miracolo del Creato!

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