Call center, a Crotone 600 lavoratori rischiano di rimanere a casa

Annunciati esuberi dopo il taglio delle commesse da parte della società Tim. I sindacati dichiarano lo stato di agitazione

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di Redazione
26 febbraio 2019
13:18
Call center
Call center

Un esubero di 600 unità lavorative è stato annunciato ai sindacati dalla Abramo Cc, azienda con sede a Crotone che opera nel settore dei call center. Lo rendono noto le segreterie regionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Ulicom Uil. «Nel tardo pomeriggio di ieri - scrivono i sindacati - in vista dell'incontro di oggi presso la Prefettura di Crotone, l'azienda Abramo CC ha anticipato alle segreterie regionali di Slc, Fistel e Uilcom di aver ricevuto comunicazione di ulteriori tagli di volumi inerente al committente Tim. Al taglio di oltre il 20% dei volumi già affrontato tra fine 2018 e inizi 2019, e che hanno avuto la conseguenza di non veder rinnovati centinaia di contratti a termine e l'apertura di un fondo integrativo salariale su Crotone per riqualificare 83 lavoratori a tempo indeterminato presso altre attività, si aggiungerebbe - continua la nota - questo ulteriore taglio che andrebbe a intaccare pesantemente l'occupazione di una delle più grandi realtà lavorative della Calabria».

 


Gli esuberi

Secondo i numeri forniti dall'azienda, spiegano le segreterie dei sindacati «l'ulteriore taglio di volumi preannunciato da Tim comporterebbe per l'azienda Abramo CC un calo complessivo del fatturato di circa 20 milioni di euro e un esubero di circa 600 unità sull'attuale personale in organico. Numeri spaventosi che preoccupano maggiormente se si tiene conto che a oggi «il personale a tempo determinato in azienda, già pesantemente colpito dai precedenti tagli, ha numeri bassi e fortemente residuali».

 

Le ricadute sui territori

«Come segreterie - prosegue il documento - siamo fortemente preoccupati per gli impatti occupazionali che ne deriverebbero sul territorio calabrese da questo ulteriore taglio annunciato da Tim e abbiamo richiesto un incontro urgente all'azienda Abramo CC, e oltre all'incontro odierno in Prefettura a Crotone richiederemo l'intervento delle massime autorità istituzionali per scongiurare questo ulteriore dramma occupazionale per la nostra terra. La Calabria piange ancora centinaia di lavoratori precari alla cui scadenza non hanno visto rinnovarsi il proprio contratto, ed in particolare Crotone che con oltre 400 contratti scaduti e non rinnovati hanno rappresentato per la cittadina pitagorica un pesante contraccolpo all'occupazione e all'economia reale della città. Oggi, innanzi a questo ulteriore decremento delle attività, la crisi occupazionale assume toni ancor più esasperati estendendosi a tutti i siti produttivi calabresi della Abramo CC ove vengono lavorate attività in appalto di Tim, andando a colpire anche i lavoratori di Catanzaro, Lamezia e Cosenza».

Annunciato lo stato d’agitazione


I sindacati annunciano lo stato d'agitazione e chiedono alle rispettive segreterie nazionali «di intervenire urgentemente su Tim per richiamare la più grande azienda italiana del mondo delle telecomunicazioni ad una gestione responsabile degli appalti. La Calabria - spiegano le federazioni di categoria - ha pagato un caro prezzo nei mesi scorsi, perdendo sull'intero territorio regionale complessivamente 900 lavoratori nel settore call center che lavoravano per attività dirette di Tim. L'ulteriore taglio annunciato ora - concludono - andrà ad abbattersi sui lavoratori a tempo indeterminato operanti nell'azienda Abramo CC, e per la nostra regione questo ulteriore prezzo da pagare potrebbe assumere i contorni di un vero e proprio dramma».

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