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di Silvio Cacciatore
1 novembre 2024
21:20

Calabria da scoprireAlla scoperta dell’Area Grecanica: un weekend tra borghi gioiello, castelli e panorami infiniti

Due giorni immersi in un viaggio senza tempo tra antiche rocche, tradizioni millenarie e tramonti infuocati, per scoprire l’anima autentica della Calabria greca

Destinazioni

L’Area Grecanica della Calabria è un angolo d’Italia in cui il tempo sembra aver rallentato il suo passo, dove la storia si fonde con leggende millenarie e la natura si esprime con tutta la sua forza. Questa regione, situata nella parte meridionale della Calabria, rappresenta un crocevia di culture che affondano le radici nella Magna Grecia, un mondo antico sopravvissuto attraverso i secoli nelle tradizioni, nei dialetti e nelle architetture.


Le bellezze dell’Area Grecanica sono tante e tali che un weekend riesce solo a svelarne alcuni dei tesori. Una settimana intera o, perché no, una vita dedicata all’esplorazione della sua anima nascosta, consentirebbe di scoprire ogni suo angolo, ogni sua pietra. Tuttavia, se il tempo è poco, in un weekend si possono visitare alcune delle attrazioni e delle bellezze principali del territorio. Da est ad ovest, dal mare alla montagna: l'Area Grecanica è uno scrigno che cela dentro di sé un preziosissimo tesoro da scoprire.

Questo weekend si propone come un assaggio delle meraviglie che questa terra ha da offrire. È solo una porta d’accesso, una passeggiata che attraversa alcuni dei luoghi più iconici, ma l’Area Grecanica meriterebbe ben più di due giorni: una settimana intera, forse addirittura una vita per essere compresa e vissuta appieno. Con queste premesse, vi invitiamo a partire per un viaggio indimenticabile che inizia con l’alba e si conclude al tramonto, passando attraverso castelli, fiumare, borghi abbandonati e tramonti infuocati.

Sabato: dal Castello di Motta San Giovanni a Brancaleone Vetus, tra fortificazioni, calanchi e borghi senza tempo

La giornata inizia dal suggestivo Castello di Motta San Giovanni, una roccaforte che domina la vallata dall’alto. Questo castello medievale, edificato dai Normanni, offre una vista incredibile sulle colline che si stagliano verso il mare e sulle campagne circostanti. Qui si respira un’atmosfera che porta indietro nel tempo, ai giorni in cui le fortezze servivano a proteggere la popolazione dagli attacchi provenienti dalla costa e dall’entroterra.

Poco distante dal castello, si trova il Parco Archeologico e l'Antiquarium di Leucopetra, dove sono conservati resti di insediamenti antichi che raccontano della presenza romana e greca. Questi reperti, disseminati in un’area di straordinario valore paesaggistico, permettono di percepire la stratificazione storica di una regione che da millenni rappresenta un crocevia di culture.

Scendendo verso la costa, ci si immette sulla Statale 106, la strada che costeggia il litorale ionico e che offre una sequenza di paesaggi suggestivi, con le montagne dell’Aspromonte che si innalzano da un lato e il mare sconfinato dall’altro. Lungo il percorso si incontrano i laghetti del Pantano di Saline Joniche, un’area umida naturale che rappresenta un piccolo paradiso per molte specie di uccelli migratori. Qui, la natura incontaminata si sposa con un silenzio quasi mistico: i riflessi del cielo e della vegetazione sulle acque placide dei laghetti creano un’atmosfera incantata, perfetta per chi desidera fare una pausa e immergersi nella quiete.

Dalla costa, si risale verso l’entroterra fino a raggiungere il Castello dell’Amendolea, una rocca medievale situata su un’altura che domina la fiumara. Questo antico castello, risalente all’epoca normanna, è un esempio di architettura difensiva e un punto panoramico straordinario. Da qui si gode di una vista impareggiabile sulla Valle dell’Amendolea, con le sue sponde punteggiate da piccoli borghi e campi coltivati. La valle è rinomata per la produzione del bergamotto, e lungo la strada non mancano ristoranti e agriturismi dove fermarsi per pranzo e gustare piatti della tradizione grecanica, come la pasta fresca con ragù di capra e i dolci al bergamotto, un agrume profumatissimo che è il vero simbolo di questa terra.

Dopo pranzo, si prosegue verso Gallicianò, uno dei borghi più affascinanti e autentici della Calabria grecanica. Questo piccolo centro è considerato - assieme a Bova - uno degli ultimi baluardi della cultura grecanica, dove si parla ancora il greco di Calabria, una lingua che affonda le sue radici nella Magna Grecia. Qui, la chiesa ortodossa della Madonna di Grecia rappresenta un simbolo di identità culturale e spirituale, e il piccolo museo etnografico offre uno spaccato della vita quotidiana di un tempo, tra strumenti agricoli, tessuti e oggetti d’artigianato. Passeggiando per i vicoli in pietra, ci si immerge in un’atmosfera che sembra sospesa nel tempo, e gli abitanti, custodi di un’eredità millenaria, accolgono i visitatori con un calore sincero.

Lasciato Gallicianò, si ritorna sulla 106 per proseguire verso est, passando attraverso Palizzi. Degno di nota è il borgo arroccato sulle montagne ai piedi del castello che regala una vista spettacolare. Lungo la Statale, direzione Brancaleone, si potrà passare in mezzo ai famosi Calanchi Bianchi, imponenti formazioni di argilla scolpite dal vento e dall’acqua che creano paesaggi lunari, quasi surreali. I Calanchi, con le loro linee scolpite e i contrasti di luce e ombra, sono uno dei luoghi più suggestivi dell’area, perfetti per una sosta fotografica e per ammirare la bellezza della natura, magari sorseggiando un calice del prestigioso vino Igt Palizzi.

Il sabato si conclude con l’arrivo a Brancaleone Vetus, un antico borgo scavato nella roccia e abbandonato negli anni passati, che al tramonto si accende di tonalità calde e dorate. Da questo punto si può ammirare il paesaggio circostante, con il mare che riflette i colori della sera e le colline che si tingono di rosso e arancione. Brancaleone Vetus è un luogo di grande fascino, dove i resti della città che fu e le stradine deserte raccontano storie di un tempo passato. Degna di nota, ma il tempo è tiranno, è sicuramente la vicina Staiti e la Chiesa di Santa Maria di Tridetti.

Il ritmo della visita è sicuramente alto: sono molti i chilometri da macinare ed il tempo è relativamente poco, ma noi vi avevamo avvertiti. Ed è subito sera.

Domenica: un itinerario tra archeologia, borghi gioiello, draghi e mani di pietra

Il secondo giorno inizia con la visita alla Rocca del Capo di Bova Marina, un promontorio roccioso che offre una vista incredibile sull'iconica baia. Da qui si scorge l’orizzonte, e lo sguardo spazia sulle montagne dell’Aspromonte, sui piccoli borghi sparsi nelle vallate, e ad ovest Sua Maestà l'Etna. Una foto alla Madonna del Mare, e poi alle statue di Dedalo ed Icaro sono d'obbligo.

Proseguendo, si arriva al Parco Archeologico Archeoderi, sempre a Bova Marina, che custodisce i resti della famosa sinagoga ebraica, la più importante d'occidente dopo quella di Ostia. Qui, si possono trovare reperti risalenti a novemila anni di storia e di cultura, in un territorio che è sempre stato fertile ed accogliente.

Lasciata Bova Marina, si sale verso Bova, conosciuta in grecanico come “Chora tu Vua”, il cuore pulsante dell’Area Grecanica e uno dei Borghi più Belli d’Italia. Bova è un luogo ricco di fascino, con i suoi vicoli stretti e le case di pietra che si inerpicano sulla collina. Da non perdere, dopo una foto alla locomotiva, una visita al Castello Normanno, che domina il paese e offre un panorama incredibile sulla costa e sulle montagne circostanti. Dopo una passeggiata tra le stradine lastricate, si può pranzare in una delle trattorie del borgo, dove la cucina grecanica si esprime in piatti dai sapori decisi e autentici, come le verdure selvatiche, i formaggi freschi e i piatti di carne conditi con erbe aromatiche. Assolutamente da provare è la Lestopitta di Bova, tutelata dal marchio De.Co.

Nel pomeriggio si prosegue verso la Rocca del Drako, una formazione rocciosa imponente che domina la valle, e le Caldaie del Latte, particolari rilievi rocciosi che creano cavità circolari naturali, come grandi calderoni di pietra. Questo luogo misterioso, a cavallo con Roccaforte del Greco, è circondato da un’aura di leggenda e rappresenta una tappa perfetta per gli amanti della natura.

Attraversando un paesaggio selvaggio, si raggiunge Roghudi Vecchio, un borgo fantasma situato sulle pendici dell’Aspromonte. Abbandonato negli anni ‘70, Roghudi conserva un fascino unico, con le sue case in pietra e le stradine strette che si arrampicano sulla montagna. Questo luogo solitario e suggestivo racconta storie di un passato lontano che sembra sospeso nel tempo.

L’ultima tappa prima di tornare sulla costa è Bagaladi, un paese storico noto per i suoi edifici antichi e per la Porta del Parco, punto di accesso al Parco Nazionale dell’Aspromonte. Qui, è possibile fare una pausa e godersi un caffè o un dolce tipico, prima di avviarsi verso la destinazione finale, ammirando le bellezze di San Lorenzo.

Il weekend si conclude a Pentedattilo, un borgo abbandonato dal fascino unico che oggi è tornato alla vita grazie alle tante botteghe artigiane. Arroccato su una rupe, il borgo prende il nome dalla forma della montagna, che ricorda una mano con cinque dita. Al tramonto, le sue case di pietra e le meraviglie della chiesa si tingono di colori caldi e intensi, regalando uno spettacolo unico e un momento di riflessione sulla bellezza e la storia di questo territorio.

Questo itinerario è solo una finestra sull’immenso patrimonio dell’Area Grecanica, che meriterebbe settimane, forse mesi, per essere conosciuto a fondo. Ma in questi due giorni, il viaggiatore attento scoprirà l'essenza di un territorio unico, dove natura e storia si fondono, dove il tempo si è fermato, e dove ogni pietra, ogni vicolo e ogni panorama raccontano storie che non si trovano scritte nei libri, ma vivono nel cuore stesso di chi le sa ascoltare.

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