Reggio, gli uffici giudiziari si aprono alla gente per fare cultura antimafia

VIDEO | Con il progetto Sa'Ndra, usando internet, si proverà a comunicare con i reggini, a spiegare loro il lavoro di magistrati e giudici del distretto. Un modo per coinvolgere e far conoscere le attività nel palazzo di giustizia 

 

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di Giovanni Verduci
14 marzo 2019
08:14

Si scrive Sa’Ndra ma si legge Servizio antindrangheta. La procura generale di Reggio Calabria, guidata Bernardo Petralia, ha avviato un progetto nuovo, inusuale per un palazzo di giustizia. Ha scelto di comunicare alla gente il lavoro compiuto dai magistrati reggini e ha deciso di farlo usando i canali della comunicazione, prima quelli cartacei e dopo quelli digitali, realizzando quello che lo stesso procuratore ha definito un menabò dell’impegno morale.

Il gruppo di lavoro

L’obiettivo che il gruppo di lavoro, costituito da magistrati appartenenti a tutti i distretti giudiziari reggini (della squadra fanno parte: oltre a Bernardo Petralia e Giuseppe Lombardo, fanno parte del gruppo di lavoro che curerà Sa'Ndra il sostituto procuratore generale Alessandra Fimiani e i magistrati Rocco Gaglioti, Giorgio Panucci e Michele Permunian, delle Procure di Palmi e Locri), si è posto è stato spiegato dal Procuratore Pretalia.


L'obiettivo di Sa'Ndra

«L’obiettivo di Sa’Ndra - ha detto il procuratore generale di Reggio Calabria - è quello di generare coscienza civica e legalità divulgando la storia criminale calabrese attraverso gli atti giudiziari che di essa parlano».

Un’azione necessaria in quei territorio, come è quello reggino, dove c’è maggiore disagio e allo stesso tempo grande voglia di partecipare, di mettersi in discussione.

Le parole del procuratore

«C'è bisogno di comunicare alla società civile quello che si fa alle aule di giustizia e far conoscere come vanno a finire certe attività, proponendo anche sentenze - ha aggiunto Petralia - E ci sarà l'occasione di presentarci noi all'interno delle scuole e dove i ragazzi crescono e si divertono per parlare di giustizia. Un dovere nei territori come quello reggino storicamente contaminato da aggregazioni criminali diffuse e capillari riconducibili a una 'Ndrangheta, una e plurima al tempo stesso. Assai frequente che singole sentenze, ordinanze e decreti trascendano le vicende peculiari trattate, proiettandosi invece su un piano più generale, concorrendo a formare, ciascun atto per la propria parte, un racconto unitario che, se opportunamente assemblato, può servire da stimolo verso i cittadini per la loro crescita civile e una più matura consapevolezza del dove e come si vive».

Aprirsi alla gente comune

Gli uffici giudiziari, quindi, si aprono alla gente per conquistare tutti coloro che si sentono vicini alle battaglie di questi magistrati di frontiera. Dopo il numero zero cartaceo, il progetto Sa’Ndra troverà il suo naturale sviluppo con un blog online.

«Opportunità formativa»

Per Giuseppe Lombardo, Procuratore aggiunto della Dda reggina che è il coordinatore del progetto, si tratta di uno strumento formativo.

«Un’offerta formativa ed informativa - ha detto Lombardo - a favore di chi ha voglia di capire come importanti storie, processi, trovino le necessarie conclusioni. Noi ci proponiamo di inserire tutto quello che riteniamo meritevole di essere pubblicato e raccontato. Spesso la stampa non ha lo spazio per approfondire certe vicende, quindi si cerca di offrire uno strumento di studio in più per chi ha voglia di andare oltre nelle proprie conoscenze, per dare la possibilità a tutti di capire e farsi un'idea del lavoro svolto. Individueremo determinati argomenti di spessore per raccontarne gli aspetti chiave e apriremo il progetto Sa'Ndra al contributo di docenti universitari, giuristi e avvocati, studenti, per una lettura degli eventi giudiziari che sia spiegata oltre i tecnicismi.

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