Pietra Cappa, la meraviglia calabrese rifugio anti coronavirus dell’amica di... ‘Ntonella

AUDIO | La località aspromontana, luogo tristemente noto per fatti di cronaca, diventa un tormentone social come meta sicura lontana dal contagio 

di Elisa Barresi
28 febbraio 2020
11:35

Lassù, 17 anni fa, furono ritrovati i resti di Lollò Cartisano, il fotografo di Bovalino sequestrato e ucciso dalla ‘ndrangheta nel 1993. Lì, fino a due anni fa, giungeva una marcia promossa da Libera, l’associazione di don Luigi Ciotti, per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie.

Oggi Pietra Cappa, il monolite più alto d’Europa, da luogo tristemente noto per i fatti di cronaca, viene riscoperto grazie ad un messaggio vocale, diventato un vero e proprio tormentone sui social e su Whatsapp, come meta sicura per fuggire al contagio del coronavirus.


Il messaggio Whatsapp

Una voce femminile, dichiara di non volere stare in contatto “chi genti”, specie con persone provenienti dal nord Italia che hanno in incubazione la temuta influenza. Per evitarle, fa sapere alla sua amica “’ntonella”, sarebbe disposta a spingersi fino in Aspromonte.

Gli esilaranti audio, disponibili anche in versione remix, in poco tempo hanno fatto il giro della Calabria. E la donna, l’amica di “ntonella” passata da un giorno all’altro da sconosciuta a star del web, promette di diffonderne altri. A lei il merito di essere riuscita involontariamente a strappare più di un sorriso a chi vive questo momento con immotivato terrore.

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La leggenda su Pietra Cappa

Ma la fama di Pietra Cappa si muove molto lontano nel tempo e si ricollega, come scrive il libro “Febea. Miti, misteri e leggende di Reggio Calabria e dintorni” di Marina Crisafi. Sembra che nella zona si siano fermati proprio Cristo e i suoi discepoli nel loro predicare.

Per sfamarli Gesù iniziò a trasformare le pietre in pagnotte. Solo a Pietro che aveva raccolto solo un piccolo ciottolo tocco un tozzo piccolo di pane. Il discepolo resosi conto dello sgarbo disse: «Ho capito maestro, consentimi almeno una grazia, che questa pietra rimanga qui a perenne ricordo della mia malignità».

Il Signore acconsentì e Pietro toccò il sasso fino a che non crebbe a dismisura, coprendo tutto il terreno circostante.  Nacque così, secondo la leggenda Pietra Cappa. Ma non solo. Quando Pietro divenne custode dei cieli dentro il macigno intrappolò la guardia che aveva schiaffeggiato Cristo sotto la croce e «lo condannò a correre avanti e indietro fino al giorno del giudizio, tirando continuamente schiaffi alle pareti con le mani nude, per ricordarsi di quello che aveva dato a Gesù Cristo».

 

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