Letteratura e territorio al festival “Gente in Aspromonte”

Una nuova iniziativa sul risveglio culturale calabrese che tanto ha contribuito alla crescita artistica italiana

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di Redazione
17 luglio 2018
14:18
Africo Antico
Africo Antico

Si terrà al rifugio Carrà di Africo Antico, “Gente in Aspromonte”, la convention di tre giorni, 19, 20 e 21 luglio, il cui titolo si ispira alla famosa opera letteraria di Corrado Alvaro.

Il rifugio Carrà, che si trova nel cuore incontaminato dell’Aspromonte a pochi chilometri dai ruderi di Africo Antico, è un ex casello forestale ristrutturato nell’ambito di un progetto culturale del Comune. La scelta di svolgere l’evento in tale luogo ha un alto valore simbolico: l’Aspromonte è quasi sempre sinonimo di 'ndrangheta, teatro di sangue, di silenzi e tragedie e organizzarvi un festival letterario è manifestazione del forte desiderio di conferire uno sguardo nuovo a quel luogo, liberandolo dal crimine e dalle efferatezze dalle quali è colpito.


 

"Gente in Aspromonte" è un'iniziativa promossa dalla Giunta Regionale, alla quale parteciperanno scrittori, saggisti, editori, registi e giornalisti nazionali e calabresi.
L’occasione sarà un momento aperto al confronto e alla riflessione sulle iniziative in corso e sulle potenzialità di una regione che, nonostante le sue criticità, ha contribuito alla crescita culturale del Paese. Fulcro del dibattito: il grande risveglio della letteratura calabrese, sulle orme di grandi narratori quali Corrado Alvaro, Leonida Repaci, Saverio Strati, Fortunato Seminara e Saverio Montalto.

 

“Gente in Aspromonte” vedrà inoltre coinvolti autori e attori cinematografici, giornalisti calabresi e delle più quotate testate nazionali e dei circuiti televisivi. Il presidente della Regione, Mario Oliverio, ha affermato: «Abbiamo inteso organizzare la convention in un luogo suggestivo, un luogo che ha rappresentato quell’immagine della Calabria che in questi anni, passo dopo passo, sta cambiando  soprattutto attraverso la cultura». Ha aggiunto: «L’evento è un veicolo per la crescita della nostra terra e per l’affermazione della sua giusta immagine, liberata dagli stereotipi negativi». «La strada è ancora lunga – conclude Oliverio – ma ne abbiamo chiari i confini e lo sviluppo del suo tracciato».

 

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