Tra fede e storia

Il Cammino di Gioacchino da Fiore: da Lamezia alla Sila nei luoghi dell’abate calabrese in vista del Congresso mondiale di studi gioachimiti

Settembre sarà il mese dedicato al monaco nato a Celico: tante le iniziative organizzate per rendergli omaggio, tra queste un percorso in sei tappe da fare a piedi, in bicicletta o a cavallo

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di Franco Laratta
25 agosto 2024
11:53

Settembre sarà il mese dedicato a Gioacchino da Fiore. Tante le iniziative dedicate al grande abate calabrese, su tutte spicca il congresso mondiale di studi gioachimiti che si terrà nell’abbazia di San Giovanni in Fiore.

Dicevamo che sono tante le iniziative, e c’è anche da evidenziare il Cammino di Gioacchino da Fiore, già attivo, che si compone di una serie di tracciati che, partendo dal livello del mare, nel territorio della città di Lamezia Terme, raggiungono i luoghi salienti, frequentati da Gioacchino da Fiore in Calabria.

Il Cammino attraverso luoghi di straordinaria bellezza: percorrendo il massiccio silano, superando valichi e valli attraverso boschi incontaminati ed aree caratterizzate da un’agricoltura a basso impatto ambientale.

Da Lamezia Terme dunque, a San Giovanni in Fiore, uno dei più grossi centri abitati dell’altopiano silano, sede del Centro Internazionale degli studi Gioachimiti. I tenimenti dell’Abbazia florense comprendevano grande parte dell’altopiano e si estendevano fino alla costa ionica. Si sta quindi studiando un tratto del cammino per raggiungere la costa est della regione, per collegarsi al Cammino della Magna Grecia, mentre il braccio ovest sarà collegato al Cammino di San Francesco di Paola.
Un cammino in luoghi suggestivi: sono 110 Km (via Bocca di Piazza), per sei tappe, attraverso il territorio dei comuni di Lamezia Terme, Platania, Decollatura, Soveria Mannelli, Carlopoli, Panettieri, Bianchi, Colosimi, Parenti, Aprigliano, San Giovanni in Fiore; nel suo tratto finale, oltre Caporosa, il cammino si immerge nel territorio del Parco Nazionale della Sila. È possibile percorrere il tracciato a piedi, in bicicletta o a cavallo.


Punti di interesse lungo il Cammino

Lamezia Terme: bastione dei Cavalieri di Malta; abbazia benedettina di Sant’Eufemia; resti di Terina (IV secolo a.c.); terme di Caronte; grotte carsiche utilizzate nel periodo paleolitico; centro storico di Sambiase; centro storico di Nicastro; chiesa di Santa Maria delle Grazie (custodisce resti di una bolla di Papa Paolo III che nel 1542 concesse l’indulgenza per 100 giorni a chi avesse visitato la chiesa in determinati giorni); castello Normanno Svevo di Nicastro, dove Enrico VI il 21 ottobre 1194 concesse a Gioacchino da Fiore il Tenimentum Floris, una vasta superficie di terre, boschi, pascoli ed acque; museo diocesano e museo comunale.

Decollatura: cona di Santa Sofia e roccia cesellata di epoca paleolitica; chiesa di San Bernardo, il cui ingresso principale era l’arco d’ingresso all’Abbazia di Santa Maria di Corazzo (Carlopoli) dove Gioacchino da Fiore fu abbate per un decennio prima di fondare il protomonastero di Iure Vetere.

Soveria Mannelli: nella chiesa madre sono presenti alcuni degli arredi dell’Abbazia di Santa Maria di Corazzo.

Carlopoli: ruderi dell’Abbazia di Santa Maria di Corazzo, elementi dell’Abbazia nella chiesa di Castagna.

Bianchi: museo delle pergamene; rifugio del brigante Bianco ai piedi dei collo Malisirici.

San Giovanni in Fiore: catena dei colli Perilli; villaggio turistico di Lorica; Ceci, luogo in cui Gioacchino fece costruire un ostello per dare ospitalità ai viandanti; Iure Vetere, sede del protomonastero voluto da Gioacchino da Fiore; Casa Lopez, che fu prigione per i fratelli Bandiera; museo demologico e Centro internazionale degli studi gioachimiti.

«Ci siamo ispirati al Cammino di Santiago» dice Giovanni Olivito che fa parte della confraternita del Cammino di Santiago ed è molto impegnato nella valorizzazione del Cammino di Gioacchino.

Il percorso è fruibile da persone che abbiano esperienza di cammini in montagna. Tutte le informazioni via mail: camminodigioacchinodafiore@gmail.com.

Scrive l’abate calabrese: «Quella particolare "intelligenza" che è denominata concordia, è simile ad una via ininterrotta, che dal deserto si protende fino alla città, ripercorrendo località di bassure, nelle quali il viandante è incerto sul retto cammino da imboccare, e risalendo nondimeno le vette dei monti, da cui egli può guardare dietro e avanti e dalla contemplazione della via percorsa calcolare l'orientamento del restante itinerario». (Gioacchino da Fiore, Conc., p. 66)

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