Le grotte di Zungri rivivono grazie a “Stone”

VIDEO | La manifestazione giunta alla terza edizione ha vivacizzato il sito rupestre con musica, arte sacra e letteratura

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di Alessandro Stella
19 agosto 2018
08:43

I suoni primordiali della tradizione, i colori che illuminano le grotte, le atmosfere che avvicinano a Dio. Tutto questo è “Stone - Il mondo di pietra”, la manifestazione che lo scorso venerdì ha acceso per il terzo anno consecutivo il sito rupestre di Zungri e lo ha trasformato in un importante momento di vita aggregativa per grandi e piccini.


Lungo le viuzze scavate nella roccia si è potuta rivivere l’atmosfera magica di un tempo, quando questi luoghi erano abitati da comunità dedite a lavoro duro e profonde riflessioni spirituali.


Suggestivo è stato rivivere questi anfratti ricchi di icone bizantine grazie all’opera dell’iconografo siciliano Paolo Lanza, che da anni dà vita a veri capolavori: «Non è semplice arte – ci dice -, è comunicare con Dio. Quello che nasce è preghiera, meditazione e rapporto diretto con la divinità. Per questo non siamo soliti dire che dipingiamo un’icona ma la scriviamo, perché scriviamo la parola di Dio».


L’emozione suscitata da queste immagini è stat amplificata anche dai suoni che si percepiscono nel sito rupestre. Il consueto frinire di cicale è stato interrotto dalla musica dei Kalabria Etno Art Festival, gruppo di musica etnica locale che ha rallegrato i visitatori con tamburello, zampogna e lira battente.


In cima alla Città di pietra, all’ingresso del Museo della civiltà rupestre e contadina, invece, i bambini sono stati allietati dalla narrazione della scrittrice Giusy Staropoli Calafati che ha presentato la leggenda dei Giganti, Mata e Grifone, suscitando stupore e interesse nei piccoli spettatori.


A corredo della manifestazione un’esposizione di quadri degli artisti Fernando Cimadoro e Luigi Di Mari, e una mostra di strumenti musicali tradizionali realizzati dal maestro Francesco Braccio.


Il direttore del sito rupestre e del museo, Maria Caterina Pietropaolo, si è detta «felice di far rivivere ancora una volta le grotte guardando alla tradizione. Il patrimonio qui contenuto – ha concluso – viene scoperto ogni giorno da centinaia di visitatori e valorizzarlo con queste iniziative non può che far bene a Zungri e alla Calabria in generale».

 

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