Il progetto

Brancaleone, l’arte orafa di Aldo Ferraro per raccontare il mondo grecanico

VIDEO | Appassionato a questa antica arte fin da giovanissimo, nel tempo ha realizzato manufatti di pregio come una spilla per la regina del Belgio e una pisside per la chiesa dell’Eremo di Santa Maria della Stella

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di Kristal Berlingieri
3 agosto 2024
21:48

La gioielleria per raccontare il mondo grecanico. Dal 1987 è il progetto dell’orafo di Brancaleone Aldo Ferraro, che realizza i suoi gioielli ispirati all’arte della Grecia antica e legati al luogo natio, l’area dei greci di Calabria. Appassionato all’arte fin da giovanissimo, diventa mentore di quell’arte aristocratica e popolare insieme che è rappresentata dai piccoli manufatti su commissione. L'arte orafa ha origini antichissime risalenti alle prime civiltà umane.

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Gli antichi Egizi, i Greci e i Romani sono solo alcuni dei popoli che hanno sviluppato tecniche avanzate per lavorare l'oro e altri metalli preziosi. I gioielli erano non solo ornamenti, ma anche simboli di status, potere e spiritualità. Questa pratica che richiede abilità, creatività e precisione, continua a evolversi combinando tradizione e innovazione. L’innovazione nel design ha portato alla creazione di gioielli unici che riflettono le tendenze artistiche e culturali del momento. I gioiellieri contemporanei sperimentano con forme, colori e texture, producendo pezzi che diventano vere e proprie opere d'arte. Oltre alle competenze tecniche, un buon orafo deve avere una sensibilità artistica e un'attenzione ai dettagli.


La creazione di un gioiello è un processo che richiede pazienza, precisione e una visione chiara del risultato finale. Il suo laboratorio è un altro gioiello commerciale dell’area. Ogni gioiello da lui realizzato è sicuramente un unicum. Molteplici sono state le soddisfazioni ricevute così come le commissioni a lui affidate nel tempo, a partire dalla spilla in oro giallo per la regina del Belgio Paola Ruffo di Calabria, al calice e una pisside in argento, con rifiniture in oro giallo e impreziositi di pietre quali rubini e acqua marina, per la chiesa dell’Eremo di Santa Maria della Stella. È bene inoltre ricordare uno dei suoi compiti più importanti che gli permette di tramandare questa forma d’arte alle nuove generazioni, il ruolo di insegnante di oreficeria nell’Istituto d’arte di Locri.

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