Il Premio Anassilaos ricorda il magistrato Michele Barillaro

Nell'ambito delle iniziative promosse in occasione della manifestazione si terrà l'incontro "Aspettando la terra promessa. Storia di un magistrato: omaggio a Michele Barillaro”
di Redazione
21 settembre 2016
09:13

Si terrà venerdì 23 settembre alle ore 17.30 presso la sala “Federica Monteleone” del Consiglio Regionale della Calabria, nell'ambito delle iniziative promosse in occasione del XXVIII Premio “Anassilaos”, l'incontro sul tema "Aspettando la terra promessa/Storia di un magistrato: omaggio a Michele Barillaro (1967-2012)".

 


L’evento, patrocinato dal Consiglio Regionale della Calabria e coordinato da Tito Tropea, Presidente Anassilaos Giovani, vedrà gli interventi di Piero Falcone, presidente del Tribunale di Agrigento, Ottavio Sferlazza, procuratore della Repubblica di Palmi, l'avvocato Titti Siciliano, direttore scientifico del Centro Studi Istituto Italiano Anticorruzione. Alla memoria del giovanissimo magistrato sarà conferito il Premio Anassilaos "Alla memoria".

 

Michele Barillaro, nato a Reggio Calabria nel 1967, si laureò in giurisprudenza presso l'Università di Bologna. Dal 1996 al 2006 è stato giudice del tribunale di Nicosia in provincia di Enna e consigliere applicato alla Corte d'assise d'appello a Caltanissetta.

 

Tra il 1998 e il 2005 si occupò di importanti casi, tra cui il "Borsellino ter" sulla strage di via d'Amelio, sull'attentato dell'Addaura contro Giovanni Falcone, sulla "Strage di Gela", "Omicidio Ciancio", "Piazza Pulita". È stato consigliere applicato alla Corte d'Assise d'Appello di Caltanissetta dove ha redatto la sentenza nel processo Borsellino ter sulla strage di via D'Amelio e la sentenza nel processo a Totò Riina e altri per l'attentato all'Addaura contro Giovanni Falcone. Per la sua attività gli fu assegnato il premio internazionale "Rosario Livatino".

 

Nominato gip di Firenze, si dedicò all'area anarco-insurrezionalista, ma soprattutto delle infiltrazioni mafiose e delle loro relazioni con l'enorme riciclaggio verso la Cina, che denunciò pubblicamente. Barillaro accese i riflettori anche sulla truffa aggravata al Servizio Sanitario Nazionale e dell'evasione fiscale a carico dei vertici dell'azienda farmaceutica Menarini.

 

Morì il 23 luglio 2012, all'età di 44 anni, nei pressi di Otjiwarongo, in Namibia, in incidente stradale. Poco prima di morire era stato oggetto di minacce di morte inviate alle redazioni fiorentine de “La Nazione” e “La Repubblica”, nelle quali veniva esaltato il fatto che fosse stato tolto il dispositivo di protezione che gli era stato assegnato.

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