La violenza sulle donne raccontata in una performance

Al Perri-Pitagora di Lamezia l’iniziativa ideata da Cles Onlus e Soroptimist
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di Valeria Bonacci
25 novembre 2017
16:44
La locandina della performance
La locandina della performance

L’arte, oltre ad essere fruibile a tutti, ha un dovere civico, morale ed è un bene che unisce, rende complici. Oggi, per questo motivo, Cles Onlus e Soroptimist si uniscono per cambiare: le due importanti realtà lametine, impegnate da anni sul territorio, in occasione della giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne hanno organizzato un’iniziativa che verrà presentata tra poche ore all’Auditorium dell’Istituto Perri-Pitagora. Il fine non è solo di coinvolgere l’opinione pubblica e le scuole, sull’importante tema della prevenzione e del contrasto alla violenza sulle donne, ma di sensibilizzare attraverso l’arte.  Non solo “parole” ma una performance fra teatro, poesia e danza utilizzata come strumento per rileggere la realtà da un’altra prospettiva. Il tema amore, violenza e rinascita sono le testimonianze di resistenza. “Anna” è il titolo della pièce ideata e diretta dalla Nadd Accademy per celebrare la donna e repellere ogni forma di violenza ai suoi danni: quattro assoli di danza con le coreografie di Gabriella Gagliardi per la regia di Achille Iera. In scena Gianluca De Serio, Rosellina d’Apa, Giulia Torchia, Maria Teresa Mercuri, Noemi Allegro, Martina Toteda in una performance che evoca amore poesia e rinascita, da cui sono estratti alcuni testi de Il cantico dei Cantici. «“Anna” si ricollega alla campagna lanciata da Cles Consultorio ‘A casa di Anna – Il rispetto inizia tra le mura domestiche’ – commenta il regista  Achille Iera– ma è anche un modo per dare un nome di donna semplice, che resti in testa, un nome in grado di raccontare un sacco di cose, non solo della violenza, ma stralci di vita». Anna è una donna semplice che si innamora della persona sbagliata ma riesce ad uscirne grazie ad una presa di coscienza, uno slancio personale, un momento di amore per se stessa. Forse è questa la cosa più difficile della battaglia contro la violenza sulle donne: acquisire consapevolezza. Il maggior numero di violenze avviene proprio tra le mura domestiche iniziando con una lenta, silenziosa e psicologica intromissione di colpa da parte del proprio partner e una volta entrati in questo tunnel, in cui una donna si sente carnefice anziché vittima, diviene davvero difficile uscirne, ancor di più denunciare.  

 


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