Giancarlo Giannini affascina il pubblico del Leoncavallo con le sue Parole Note

Straordinaria performance dell'attore a Montalto Uffugo, accompagnato dal sax di Marco Zurzolo
di Redazione
25 luglio 2017
19:38
Giancarlo Giannini al Festival Leoncavallo
Giancarlo Giannini al Festival Leoncavallo

Giancarlo Giannini ha portato la poesia al Festival Internazionale “Ruggero Leoncavallo”. Il suo recital dal titolo “Le Parole Note” ha fatto volare il pubblico sulle ali di versi struggenti ed eterni, al di là del tempo e al di là dei luoghi. L’incantesimo si è aperto con il sax di Marco Zurzolo. Il musicista napoletano, accompagnato dal suo quartetto, ha disegnato la colonna sonora dentro la quale hanno preso forma i componimenti poetici antichi e contemporanei di Giannini. Centinaia di spettatori sono rimasti affascinati dalla interpretazione dell’attore.

 


L’artista, all’inizio, si confonde nel pubblico. Quando le note del Quartetto cessano l’artista sale, lento, le scale del sagrato del Duomo. Si avvicina al leggìo e regala al pubblico versi di Poliziano, considerato tra i maggiori poeti del Quattrocento. Subito si avverte la sensazione di assistere da uno spettacolo di alto livello, raffinato, capace di fare battere i cuori all’unisono e di riscaldare l’anima.

 

Sono le emozioni a guidare Giannini. Mentre Zurzolo fa vibrare il suo strumento, l’attore gioca con i fogli e decide, di volta in volta, con quale composizione andare avanti. E’ magistrale nel decantare “Sì, al di là della gente” del poeta spagnolo Pedro Salinas e “Corpo di donna” di Neruda. Sembra impossessarsi della piazza, Giannini mentre recita: “Mia sete, mia ansia, mio cammino incerto”. Amore fisico e amore spirituale.

 

C’è anche Petrarca tra le “Parole Note” di Giannini, con il sonetto “Benedetto sia ‘l giorno e ‘l mese e l’anno”, la decrizione del primo incontro con la sua amata Laura. Petrarca benedice anche i momenti negativi della sua esistenza e sottolinea il concetto di superiorità della donna rispetto all’uomo.

 

Poi l’artista tace e lascia che sia la musica a parlare. Il viaggio continua e dal passato si torna al presente con “Se avess’io” di Alda Merini. Versi struggenti, come nello stile della poetessa che dice: “T’amo, caro, da sempre, prima dell’inferno, prima del paradiso, prima che io fossi buttata nell’argilla del mio pavido corpo”. Giannini non si risparmia, non è avido, dona al Festival Internazionale Ruggero Leoncavallo tutto quello che può. Attinge a piene mani dal suo bagaglio infinito di attore di cinema e di teatro ricevendo applausi a scena aperta.

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