I bambini diabetici incontrano il Papa. Il vescovo di Locri: «Avanti senza paura»

«Siate forti e andate avanti con coraggio!», le parole del Santo padre ai piccoli
di Rosaria Giovannone
17 novembre 2017
19:51

Come nasce l'idea di questo viaggio?

L’idea non è stata mia, ma è partita da chi lavora a contatto con ragazzi e giovani diabetici, il dott. Franco Mammì, che in concomitanza con la giornata nazionale del diabete, ha pensato di organizzare questo momento insieme all’AGD (Associazione Giovani Diabeti). Una iniziativa che voleva dare attenzione a tutto un mondo, rappresentato da ragazzi, giovani, famiglie che vivono un problema nella quotidianità. Senza perdere la gioia della vita e la speranza. E’ un mondo che merita attenzione, vicinanza, affetto, stima e solidarietà. Non la compassione di chi pensa: non mi tocca! La sofferenza ci unisce e ci fa sentire più umani.


 

Qual è stato il messaggio del Papa a questi piccoli?

Il santo Padre ha parlato della bellezza della preghiera come momento di dialogo  e di incontro con Dio. Quel Dio che si è fatto vicino, che ha preso su di sé tutte le sofferenze umane e fragilità umane. Ai ragazzi, giovani e famiglie presenti, che soffrono tali patologie, ha consegnato una parola di speranza e di amicizia. Ha detto loro di essere forti e di andare avanti con coraggio.

 

Cosa hanno provato i bambini e i genitori? 

Ne ho visto tanti, ho incrociato i loro volti. Ho visto la loro sofferenza, ma anche la serenità dei loro sguardi. Mi hanno emozionato nel vedere trasparire in loro la gioia di un incontro che li aveva fatti sentire più amati. Anche i genitori non nascondevano i loro sentimenti di ringraziamento al santo Padre e la soddisfazione di aver vissuto un momento bello che resterà scolpito nei loro cuori. Era in tanti provenienti da tutta la Calabria, ma anche dalla Sicilia e dal Lazio.  Si sentivano accomunati dalla medesima sofferenza e questo li rendeva ancora più forti e pronti a continuare in una cammino non facile, ma vero proprio perché motivato dall’amore verso le proprie creature.

 

Cosa insegna la malattia di questi piccoli? Qual è stata la testimonianza dei genitori?

Insegna ad accogliere la vita come dono che va accolto per quello che è. Un dono è sempre un dono. Non ci si lamenta per averlo ricevuto. Se ne fa tesoro. Del resto è la società che crea le differenze e anche le disuguaglianze. Cresco non aiuta. In quei ragazzi ho visto la gioia di sentirsi amati. E nei genitori la forza di amare, che li aiuta ad affrontare ogni prova.

 

C'è qualcosa che l'ha colpita di questo viaggio?

 Tutto. La freschezza del loro essere. La gioia che traspariva dai loro volti. Il sentirsi in piazza San Pietro come in uno spazio amico dove si sentivano a proprio agio con il desiderio di andare avanti senza paura. 

Rosaria Giovannone

 

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