Truffa e riciclaggio, arrestato avvocato di Reggio. Sigilli a beni per 17 milioni di euro

L'ingente patrimonio riconducibile al legale e ai suoi sodali. Sequestrate 6 imprese e 17 immobili. Sette complessivamente gli indagati, tra cui il sindaco di Santo Stefano in Aspromonte - NOMI

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di C. M.
20 giugno 2018
11:57

Le Fiamme Gialle del Nucleo Speciale Polizia Valutaria diretto dal colonnello Mauro Marzo e del locale Comando Provinciale hanno eseguito, nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro e Roma, un provvedimento, su richiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri, nei confronti dell’avvocato Santo Martorano, l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere e il contestuale sequestro preventivo pari ad oltre 17 milioni di euro.

I beni sequestrati e i reati contestati

È stato sottoposto a sequestro l’intero patrimonio aziendale di 6 imprese operanti nel settore finanziario (tra cui una società di intermediazione finanziaria), le rispettive quote societarie, 17 beni immobili tra appartamenti, locali e uffici commerciali, autoveicoli nonché svariati rapporti finanziari. Contestualmente all’esecuzione del sequestro, sono in corso diverse perquisizioni locali presso le sedi e gli uffici delle società coinvolte, ubicati nel territorio di Reggio Calabria, Catanzaro e Roma. I reati contestati sono quelli di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata, al riciclaggio e all’autoriciclaggio, nei confronti, complessivamente, di sette persone indagate. Fra gli indagati anche il sindaco di Santo Stefano in Aspromonte nonché direttore di banca Francesco Malara.


L’indagine e il modus operandi

Il provvedimento rappresenta l’epilogo delle articolate attività investigative, coordinate dal Procuratore Aggiunto Gerardo Dominijanni e dirette dal sostituto Procuratore Romano Gallo, da cui è emerso che l’avvocato Santo Martorano, noto imprenditore e professionista reggino, attraverso la gestione di una società di intermediazione finanziaria ed avvalendosi della stabile cooperazione dei propri familiari e di terzi - tra i quali un ex direttore di filiale di un importante istituto di credito nazionale - ha sfruttato apposite convenzioni sottoscritte con diversi istituti bancari, appropriandosi indebitamente, con artifizi e raggiri, di ingenti somme di denaro.


Tale denaro è stato successivamente ripulito e reinvestito, attraverso sofisticate operazioni finanziarie e bancarie, in attività economiche ed imprenditoriali gestite da imprese compiacenti o riconducibili al gruppo familiare dell’avvocato.
La vicenda nasce da una pregressa ispezione antiriciclaggio che il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria aveva condotto nel 2016 nei confronti della società di intermediazione finanziaria appartenente alla famiglia dell’avvocato.
Erano state rilevate, infatti, operazioni finanziarie e societarie opache poste in essere nel settore delle cessioni del quinto dello stipendio ad impiegati e pensionati per conto di diversi istituti bancari i quali operavano attraverso plafond di garanzia che mettevano a disposizione della Finanziaria e a cui la stessa attingeva per l’erogazione del credito al pubblico, con l’obbligo di restituire, mensilmente, i rimborsi dei contratti di finanziamento così stipulati.


Una volta incassate le rate dai soggetti finanziati (sotto forma di estinzioni anticipate ovvero rimborsi mensili dei prestiti) la Finanziaria però non le restitutiva alle banche bensì, attraverso numerosi trasferimenti ed investimenti anche all’estero, le ha successivamente “ripulite” e “occultate” impiegandole ed investendole in diverse attività economiche riconducibili sempre alla famiglia dell’avvocato.

 

Chi è Santo Alfonso Martorano

Santo Alfonso Martorano è l’attuale presidente della Fenafi, la Federazione nazionale delle società finanziarie, nonché presidente Aci di Reggio Calabria. Con un passato da politico in Consiglio provinciale, è fratello di Giuseppe Martorano, ex assessore nella giunta di Giuseppe Scopelliti (estraneo all'inchiesta).

Santo Alfonso Martorano, secondo quanto emerso nella sentenza che ha dichiarato l’incandidabilità di alcuni ex amministratori del Comune di Reggio Calabria a seguito dello scioglimento per mafia, fra cui lo stesso fratello Giuseppe, sarebbe soggetto «contiguo ad ambienti malavitosi reggini, in particolar modo alle cosche Condello, De Stefano, Libri e Alvaro». È nell’indagine “Meta” che Martorano verrà fuori come personaggio legato agli imprenditori Barbieri.

Gli indagati

Fra gli indagati, sette complessivamente, c’è anche l'ex direttore di filiale della Monte dei Paschi di Siena di Reggio Calabria, Francesco Malara,  sindaco di Santo Stefano in Aspromonte, eletto in quota Pd. C'è da rimarcare, però, che la Mps è parte lesa nell'inchiesta. Indagati anche Bruno Latella, 92 anni, Fortunata Mandica, 41 anni, Francesco Malara, 51 anni Francesco Araniti, 44 anni, Carmen Miriam Martorano, 29 anni, Lorenzo Antonio Martorano, 26 anni.

 

Giornalista
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