Il Tribunale di Catanzaro stanga Forgione: centomila euro di risarcimento per diffamazione

L'azione giudiziaria promossa da due magistrati e un avvocato reggino si è concentrata sul paragrafo del libro
di Ric. Trip.
11 gennaio 2018
21:17

Il tribunale civile di Catanzaro ha condannato Francesco Forgione, già presidente della Commissione parlamentare antimafia, al risarcimento dei danni in favore dei magistrati della Corte d’Appello di Reggio Calabria Tommasina Cotroneo, componente della Giunta esecutiva centrale dell'Anm, e Fancesca Di Landro nonchè in favore dell’avvocato Attilio Cotroneo, del Foro di Reggio Calabria. E la cifra non è per niente simbolica: 100mila euro più le spese.

 


L’azione giudiziaria era stata intrapresa, è scritto in una nota, perchè magistrati e legale si erano sentiti diffamati dal contenuto, che li riguardava, del libro di Forgione dal titolo 'Porto Franco - Politici, manager e spioni nella Repubblica della 'ndrangheta'.

 

In realtà il libro era dedicato ad altri argomenti e solo in una pagina si faceva riferimento ai professionisti diffamati ai quali veniva attribuita anche una parentela con un boss della ‘ndrangheta. Non solo, la pagina in questione veniva inserita in una sezione del libro che si occupava delle commistioni tra la ‘ndrangheta e la magistratura. Anche questo un profilo che i giudici hanno valutato nel considerare diffamatorio lo scritto di Forgione. Ovviamente nel calderone finiva anche il procuratore Salvatore Di Landro, padre di Francesca, che ha avviato un’azione di risarcimento autonoma.

 

Il Tribunale di Catanzaro, accogliendo le domande risarcitorie proposte dai professionisti, ha dichiarato “gravemente diffamatorio” il contenuto del libro, per l’assenza del presupposto della verità, anche solo putativa, e per il “discorso, evidentemente allusivo”. Il Tribunale ha, altresì, dichiarato che “la provata falsità della notizia veicolata e la sua oggettiva idoneita' diffamatoria integrano dunque la lesione all'onore e alla reputazione degli attori”. Forgione, conclude la nota, “è stato, quindi, condannato, oltre al risarcimento del danno ed alle spese del giudizio, anche alla pubblicazione, a sua cura e spese, di un estratto della sentenza su tre quotidiani, di cui due nazionali”.

Giornalista
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