Terrorismo internazionale, secondo dissequestro

Il Riesame smonta le ipotesi della Procura: 'Gli elementi dell'accusa sui documenti sequestrati a tre magrebini non configurano il reato di terrorismo'
di Gabriella Passariello
24 aprile 2015
18:27

Nel giro un mese il Riesame ha disposto un secondo dissequestro di documenti e materiale vario, che comprende notebook, smartphone, sim card, libri molti in lingua araba  già prelevato il 12 marzo a tre giovani di nazionalità marocchina - El Bertarl Iassime, Elbertale El Arbi, Kharsoui Bdlrhanie -, appartenenti alla comunità islamica di Sellia Marina, indagati per associazione con finalità di terrorismo anche internazionale. Lo scorso 27 marzo il tribunale del Riesame di Catanzaro aveva annullato il precedente decreto di sequestro probatorio e il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro titolare delle indagini  Debora Rizza, aveva emesso un nuovo provvedimento "atteso che dalle ulteriori emergenze in atti – scrisse il pm -, in particolare la relazione di servizio nonché indagini delegate ancora in corso, è dato evincersi che i medesimi corroborino gli assunti investigativi. Invero – aggiunse il magistrato – le ragioni probatorie del vincolo di temporanea indisponibilità delle cose sequestrate... ad oggi ancora si giustificano; considerato che sul materiale informatico in sequestro, trattandosi di possibile corpo di reato o di cose pertinenti al reato, devono essere necessariamente eseguiti accertamenti tecnici ritenuti indispensabili al fine della prosecuzione delle indagini, al compartimento di Polizia Postale di Reggio Calabria, nello specifico estrapolazione ed analisi di dati utili alle investigazioni". Per la seconda volta erano stati posti i sigilli sullo stesso materiale che a metà marzo era stato già una prima volta portato via dagli uomini della Digos, sezione antiterrorismo,  sulla base dell'ipotesi accusatoria che il loro contenuto potesse riferirsi ad attività di proselitismo o divulgazione di ideologie finalizzate all'arruolamento ad organismi di natura terroristica, anche internazionale. Materiale restituito dai giudici del riesame ai proprietari sul presupposto che "non si da atto (ne allo stato appare configurabile) della flagranza del reato contestato né di altro diverso delitto" hanno scritto i giudici, evidenziando che il sequestro a finalità meramente esplorative è legittimo solo a condizione che "si sia in presenza di una notizia di reato sufficientemente delineata e suscettibile di approfondimenti istruttori", e in questo caso manca a parere dei giudici del Riesame l'ipotesi stessa di reato. Poi nuovi sigilli disposti dalla Procura a cui oggi ne è seguito il dissequestro bis, che ha dato ragione per la seconda volta agli avvocati Francesco Iacopino e Valerio Murgano.  I giudici del Riesame smontano le ipotesi della Procura "sulla scorta degli elementi rappresentati dall'accusa-  non è configurabile il reato di associazione con finalità di terrorismo, anche internazionale, a carico degli indagati".

Gabriella Passariello

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