La “strage di Sambiase” per punire il delitto Curcio

Ecco i retroscena della spartizione di Lamezia e del Lametino raccontati dal pentito Pulice
di Tiziana Bagnato
10 settembre 2016
09:43

L'omicidio dell'assassino del padre nel giorno dell'anniversario della morte a soli 15 anni. E poi a 17 appena compiuti l'omicidio del braccio destro di un boss per scalzarne l'egemonia e dare vita ad un nuovo corso.


E' una vita da 'Romanzo Criminale" quella di Gennaro Pulice. L'ultimo pentito della città della Piana. Uno dei più loquaci. Un vero e proprio fiume in piena da quando ha deciso di collaborare con la giustizia. Uno scrigno per gli inquirenti che sono riusciti grazie alle sue dichiarazioni a fare luce su omicidi rimasti insoluti per molto tempo, ma anche a disegnare meglio la geografia criminale, quella che per decenni ha visto Lamezia come un bottino da spolpare.


 

Chi è Gennaro Pulice, il pentito che a 15 anni vendicò il padre


Ed è proprio in questo ultimo aspetto che si incastra l'omicidio di Gennaro Curcio avvenuto nel 1996 a Nocera Terinese. A sparare fu lo stesso Pulice che ha poi fatto arrestare i suoi complici, i cugini Gagliardi, pochi giorni fa proprio grazie alle sue testimonianze. Pulice allora aveva da poco compiuto 17 anni e non era Curcio la vittima predestinata, ma Carmelo Bagalà. L'omicidio doveva essere un segnale ma, allo stesso tempo, agire in maniera concreta levando di mezzo il gruppo dei Bagalà dalla gestione delle estorsioni sui comuni del litorale lametino, Gizzeria, Falerna e Nocera Terinese.


Tuttavia quel giorno Bagalà non si trovava nel proprio negozio di autoricambi. Pulice rimane spiazzato. Al suo posto trova proprio Curcio, il braccio destro di Bagalà, ed è armato. Il pentito non può fare altro: spara.

 

Nocera Terinese, omicidio Curcio: due arresti (NOMI-FOTO)


Un omicidio grave, gravissimo quello compiuto dall'ancora minorenne ma spavaldo Pulice che poco dopo viene convocato insieme a uno dei suoi complici, Bruno Gagliardi classe '74, dalla consorteria Iannazzo-Cannizzaro-Daponte. L'assassino ragazzino non si tira indietro. Si reca all'incontro e fa anche i nomi di chi ha deciso l'omicidio: Giovanni La Polla e Salvatore Ruberto, detto "il Diavolo". La punizione che ne seguirà sarà esemplare, coinvolgerà anche l'altro complice, Bruno Gagliardi classe '66, e verrà ricordata come la "strage di Sambiase".


La Polla e Ruberto vengono ammazzati, mentre Gagliardi viene colpito nel sedere per punirlo ed umiliarlo. Era il 29 settembre. Castigate le iniziative personali e riconosciuto il coraggio di Pulice, il diciassettenne viene affiliato nella cosca Iannazzo-Cannizzaro-Daponte. Per il delitto Curcio, invece, il pentito verrà prima processato e poi scagionato. Tiziana Bagnato

Giornalista
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