Battute finali

Tratto Sibari-Rossano della 106, se il 13 giugno la conferenza dei servizi non dà l’ok a rischio i fondi per 1,2 miliardi

La Regione ha approvato la Valutazione di impatto ambientale per i 29 chilometri del nuovo collegamento stradale. Ma resta un ultimo decisivo step prima della gara d'appalto. Se va male l'iter ripartirà da zero e i soldi saranno dirottati sulla Rossano-Crotone

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di Luca Latella
31 maggio 2024
16:28

Il dipartimento territorio e tutela dell'ambiente della Regione Calabria ha fornito «giudizio positivo di compatibilità ambientale con parere favorevole di valutazione di incidenza ambientale» per il nuovo tratto di statale 106 tra Sibari e Rossano.
È quanto emerge da un decreto di 133 pagine, pubblicato dalla Regione, che comprende tutta una serie di valutazione tecniche, ambientali e paesaggistiche, comprese le tredici osservazioni dei soggetti pubblici e privati – tra cui anche il comune di Corigliano Rossano e il dipartimento – le controdeduzioni di Anas e la valutazione della struttura tecnica di valutazione.

Prende, quindi, sempre più corpo un’infrastruttura viaria – 29 chilometri al costo di circa un miliardo di euro – attesa da almeno cinquant’anni, che sarà fondamentale per lo sviluppo del territorio, della Sibaritide e di Corigliano Rossano, terza città della Calabria servita oggi da una delle più pericolose strade d’Italia e da una via ferrata che risale ai tempi di Vittorio Emanuele II.
Il prossimo – fondamentale – step sarà quello del passaggio nell’ultima e decisoria conferenza dei servizi, prevista a Catanzaro il prossimo 13 giugno con tuti i soggetti interessati, Regione, Anas, comuni di Corigliano Rossano e Cassano.  


Se la Sibari-Rossano passerà indenne da quella riunione, allora si potrebbero – ragionevolmente – immaginare il bando di gara e poi gli inizi dei lavori nel primo trimestre del 2025 e l’entrata in esercizio nel 2029.
C’è però un intoppo che passerà al setaccio di quella conferenza: il superamento dello scalo di Corigliano, previsto dal progetto con un viadotto, seppur “leggero”, e a impatto ambientale da inquadrare in un contesto di rigenerazione urbana passante tra lo scalo di Corigliano e Schiavonea.

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Il “rilevato” è stato particolarmente contestato da associazioni, comitati civici ed anche dal Comune di Corigliano Rossano: sostanzialmente con alcune delle osservazioni presentate è stato chiesto ad Anas di prendere in considerazione una galleria artificiale sotterranea – per intenderci simile a quella che supera Scanzano Ionico, in Basilicata – per evitare “barriere” tra i due importantissimi nuclei urbani di Corigliano.
La risposta della struttura tecnica di valutazione è stata negativa: «Si ritiene che gli impatti derivanti dall’alternativa proposta di una galleria artificiale – si legge nella relazione – non giustifichino la richiesta da parte di questa STV di una modifica progettuale».
Un “no” legato a questioni idrauliche. «Il tracciato selezionato – è precisato nel decreto della Regione – è stato analizzato dettagliatamente nel contesto del rischio idrogeologico valutando il suo inserimento sovrapposto alle mappe del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) e del Piano Gestione Rischio Alluvioni (PGRA). Il tracciato individuato è stato sviluppato al fine di evitare zone classificate a maggiore rischio idraulico “R4” e tutte le opere (viadotti, rilevati, ecc.) sono state dimensionate conformemente alle prescrizioni PAI e del PGRA secondo quanto dichiarato dal proponente. Il tracciato di progetto è stato, quindi, opportunamente individuato in modo da garantire la sicurezza idraulica oltre che stradale». Insomma, il progetto attuale – che supera Corigliano con un viadotto leggero e Rossano con una galleria artificiale – è l’unica soluzione possibile a supportare il volume di traffico.

Il placet della Soprintendenza

Peraltro col placet della Soprintendenza delle belle arti e paesaggio, secondo cui la soluzione proposta per il viadotto VI10 Urbano - quello di Corigliano - e per il viadotto VI01 Oliveto deve essere «rimodulata». «La nuova progettazione dovrà scaturire da un’attenta e approfondita lettura del contesto d’intervento e porsi in piena armonia con le valenze paesaggistiche presenti, - spiegano dalla Soprintendenza -non negandole ma valorizzandole, ponendosi come elemento di arricchimento del prezioso ambito paesaggistico d’intervento. Gli impalcati metallici siano di colorazione naturale corten, lasciando al tempo e all’intervento degli elementi una progressiva contestualizzazione dell’opera nel tempo».

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L’opera

Lo scopo dell’opera è la realizzazione della nuova tratta della SS. 106 tra il torrente Coserie a Rossano e lo svincolo di Sibari che si innesta con la statale 534 che conduce allo svincolo di Firmo, sull’autostrada A2 del Mediterraneo. La lunghezza prevista è di circa 29 chilometri funzionali al completamento dell’itinerario viario Taranto - Reggio Calabria. Per quanto riguarda il collegamento diretto Coserie - Sibari in progetto è prevista la realizzazione di un nuovo asse stradale di categoria “B” – quindi due carreggiate, quattro corsie – che si inserendosi «all’interno del più vasto intervento che riguarda il progetto delle opere di costruzione e/o ammodernamento della SS106 Jonica. L’intervento favorisce i flussi da/verso nord, permettendo al tratto compreso tra il viadotto Coserie nel territorio di Corigliano Rossano e la SS534 Firmo-Sibari con innesto del terzo megalotto Sibari-Roseto Capo Spulico.
L’infrastruttura è resa necessaria – secondo il decreto della Regione – dal numero di veicoli giornalieri previsti in circolazione: 21mila.
L’opera sarà realizzata in due lotti che partendo dall’esterno – quindi dall’innesto ss534 a Sibari da una parte e dalla rotonda nei pressi del torrente Coserie dall’altra – si congiungeranno allo svincolo di Corigliano ovest, a metà percorso.

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Gli scenari possibili dopo il 13 giugno

Cosa potrebbe, dunque, accadere alla conferenza dei servizi del prossimo 13 giugno? Con un parere favorevole si passerebbe all’avvio delle gare d’appalto. In caso contrario si azzererà tutto il lavoro compiuto fino ad oggi, molto probabilmente perdendo il finanziamento da 1,2 miliardi di euro che potrebbero essere dirottati alla tratta successiva, Rossano-Crotone, già dotata di studio di fattibilità tecnico-economica ma non di copertura finanziaria.
Tradotto? Addio ai sogni di sviluppo. La città di Corigliano Rossano potrebbe continuare a rimanere isolata dalle grandi arterie di comunicazione per chissà quanti altri decenni.

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