Costringe dipendenti a lavori massacranti per 14 ore al giorno, arrestato

Si tratta di un imprenditore di Acri. Avrebbe anche colpito un giovane con un badile, lasciandolo in una pozza di sangue. Disposti gli arresti domiciliari
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di Salvatore Bruno
12 aprile 2018
12:01

Erano trattati come animali e costretti a lavorare per 14 ore al giorno, dalle 5 del mattino alle 19 di sera, sette giorni su sette, con una breve pausa per il pranzo da consumare rapidamente, adagiati a terra. Si tratta di tre stranieri, due afghani con permesso di soggiorno per motivi umanitari e un rumeno, tutti sfruttati dal titolare di un’azienda edile di Acri per otto mesi consecutivi, dal maggio 2017 ai primi giorni del gennaio 2018.

L'aggressione a colpi di badile

La vicenda è venuta alla luce grazie all’intervento dei carabinieri. In particolare le indagini sono state avviate dopo l’aggressione subita da uno dei ragazzi afghani, di 23 anni. Nel pomeriggio del 6 gennaio scorso si era recato nell’abitazione del titolare dell’impresa edile, un 52enne di Acri, chiedendo di essere pagato. L’uomo, non tollerando la sfrontatezza del ragazzo, ha prima risposto con insulti e minacce. Poi, all’insistenza del giovane, si è armato di un badile con cui ha colpito il giovane in testa, lasciandolo esanime in una pozza di sangue. Il tempestivo intervento dei militari dell’arma ha salvato la vita del ragazzo, sottoposto alle cure intensive degli ospedali di Acri e Castrovillari per il grave trauma cranico subito.


Sfruttamento dei lavoratori senza sosta

I successivi accertamenti condotti dai carabinieri e coordinati dalla Procura della Repubblica di Cosenza, hanno portato alla luce la grave situazione che ormai si trascinava da mesi. Secondo quanto ricostruito il 52enne, titolare di un’impresa individuale, dal mese di maggio 2017, approfittando del loro stato di indigenza e di bisogno, sfruttava, quale manodopera in nero i tre giovani impiegandoli, con orari massacranti e senza giorni di riposo, in lavori edili, nella coltivazione dei campi e nella custodia di animali, il tutto nella più totale assenza di indumenti di lavoro idonei ed apparecchiature mediche in caso di infortunio. Per tali gravissimi fatti il Gip del tribunale di Cosenza ha disposto nei suoi confronti gli arresti domiciliari per i reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e lesioni personali aggravate.

Giornalista
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