Il presidente della Provincia di Vibo Salvatore Solano è certo: nessuno studente del liceo Capialbi dovrà il 24 settembre fare didattica a distanza, il problema della carenza di aule è stato risolto. Lo ha spiegato oggi ad una delegazione di genitori pronti a protestare e a chiedere lumi in merito ad una situazione a dir poco paradossale.

 

Il Liceo Capialbi ha da sempre avuto un'insufficienza di spazi, ma con le norme anti Covid la situazione si è aggravata. Solo un terzo degli studenti ha sulla carta posto in classe, gli altri sono stati dirottati tra l'Istituto Tecnico Economico e la Provincia. Una distribuzione degli studenti che, secondo il dirigente, non avrebbe comunque risolto il problema, portando ad un surplus di allievi costretti a ripiegare sulla didattica a distanza.

 

Oggi le rassicurazioni del presidente della Provincia, secondo il quale i locali della Provincia, trenta metri quadri circa per aula, sono pronti. All'appello mancherebbero solo due classi, ma ci sarebbero tutte le condizioni per potere risolvere in tempi rapidi la questione, portando, nella peggiore delle ipotesi, allo slittamento di pochi giorni per l'inizio in presenza delle lezioni solo per queste due. Rimane però un problema di base, quello di una scuola tra le più popolose costretta ogni anno a trovare soluzioni tampone.

 

Frequentando l'anno scolastico nei locali della Provincia, ci spiega una mamma, suo figlio avrà seguito le lezioni per tre anni in tre edifici scolastici, in un continuo processo migratorio che, incalza un padre, incide anche sulle possibilità di socializzazione e sul senso di appartenza ad una scuola. C'è poi il nodo dei trasporti sul quale, ha ricordato Solano, la Provincia non può fare nulla. Ma i pendolari, coloro che vengono da fuori Vibo, aspettano risposte e di capire come le norme anti Covid incideranno sulla riorganizzazione del servizio.