Sbarco migranti Reggio, un fermo e un arresto

Dalla ricostruzione dei fatti operata dagli investigatori della Squadra Mobile è emerso che i migranti dopo aver pagato ingenti somme di denaro agli organizzatori del viaggio, sono partiti dalla Libia alla volta delle coste italiane, senza scorte di cibo e acqua e in precarie condizioni igienico-sanitarie
di Redazione
1 giugno 2017
10:09

Sottoposto a fermo lo scafista di un’imbarcazione soccorsa, in acque internazionali, da una Nave della Marina Militare Italiana e arrestato, in flagranza di reato, un uomo con precedenti specifici in tema di immigrazione clandestina per aver fatto reingresso nel territorio dello Stato italiano senza idonea autorizzazione. È questo il bilancio dell’attività investigativa condotta, senza soluzione di continuità, dagli uomini della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria – Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione – coordinati dalla locale Procura della Repubblica.

 


L’uomo sottoposto a fermo – Kamodiallo Daoudiallo, 19 anni, originario della Guinea – è gravemente indiziato di essere stato al comando di una delle imbarcazioni a bordo delle quali hanno viaggiato una parte dei cittadini extracomunitari sbarcati al porto di Reggio Calabria nella giornata del 26 maggio scorso, dopo essere stati soccorsi in mare dalla Nave della Marina Militare Italiana “Libra”.

 

Ad esso la Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha contestato il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina perché conduceva dalle coste libiche, verso il territorio dello Stato italiano, un’imbarcazione a bordo della quale viaggiavano parte dei migranti giunti al porto di Reggio Calabria in occasione dello sbarco predetto, procurando in tal modo l’ingresso illegale di stranieri nel territorio dello Stato, privi di cittadinanza italiana e di titolo per risiedere permanentemente sul territorio nazionale. Con le aggravanti di aver consentito l’ingresso in Italia di più di cinque persone, di aver esposto le persone trasportate a pericolo di vita, di aver sottoposto le persone a trattamento inumano o degradante e di aver commesso il fatto allo scopo di trarre profitto, anche indiretto.

 

Un secondo soggetto di origine egiziana – Saber El Kot el Sayed Kamal, 43 anni– è stato arrestato in flagranza di reato in quanto responsabile del reato di reingresso illegale nel territorio dello Stato italiano in violazione della normativa prevista dal T.U. Immigrazione, in quanto già destinatario di un provvedimento di espulsione emesso lo scorso anno dal Questore della provincia di Catania.

Dalla ricostruzione dei fatti operata dagli investigatori della Squadra Mobile è emerso che i migranti che erano a bordo delle imbarcazioni, dopo aver pagato ingenti somme di denaro agli organizzatori del viaggio, sono partiti dalla Libia alla volta delle coste italiane, senza scorte di cibo e acqua ed in precarie condizioni igienico-sanitarie.

                                            

La competente Autorità Giudiziaria nella giornata del 29 maggio ha convalidato i provvedimenti precautelari ed emesso, contestualmente, ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del cittadino guineano sottoposto a fermo e nulla osta all’espulsione dal territorio nazionale nei confronti del cittadino egiziano arrestato.

 

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