Blitz nella tendopoli di San Ferdinando, scoperto nightclub clandestino (VIDEO)

Circa 200 gli uomini che hanno fatto irruzione nel ghetto per procedere alle operazioni di identificazione e perquisizione. Durante i controlli non sono mancate le proteste di alcuni migranti
di Cristina Iannuzzi
9 marzo 2017
09:18
Operazione interforze alla tendopoli di San Ferdinando
Operazione interforze alla tendopoli di San Ferdinando

Blitz interforze nella tendopoli di San Ferdinando. L’operazione è scattata alle prime luci del giorno. Circa duecento tra carabinieri, polizia, guardia di finanza, polizia provinciale, personale medico e ufficiali del lavoro hanno fatto irruzione nel ghetto. All'interno di una delle tende gli uomini in divisa hanno scoperto un nightclub clandestino, e all’interno una decina di donne immigrate in prevalenza di origine africana, dedite alla prostituzione.

 


E poi ci sono le botteghe, una sorta di supermarket, dove si smercia qualsiasi genere di prima necessità, dalla carne all’acqua calda. Il tutto in condizioni igieniche precarie. L’ordine di chiuderle era partito già durante il blitz di martedì scorso e oggi è stato messo in pratica. Nessuno degli ospiti della tendopoli può uscire dai cancelli. L’ordine è tassativo. Bisogna identificarli. Sono circa 2 mila i migranti della struttura, nonostante la stagione degli agrumi sia quasi terminata. Almeno 20 quelli che non avevano con sé un documento che sono stati pertanto accompagnati al commissariato di Gioia Tauro per ulteriori accertamenti.

 

Le operazioni sono andate avanti tutta la mattina, mentre nel cielo sorvolava un elicottero che dall’alto ha ripreso l’operazione.

 

Durante l’intervento non sono mancate le proteste di un gruppo di migranti. Di forte impatto emotivo lo sfogo di un minorenne, che si è avvicinato ad un responsabile della polizia perché vorrebbe andare in Francia, ma non può perché non ha i documenti. Si avvicina all’uomo in divisa per raccontargli con veemenza che così non può vivere. “Non siamo animali, siamo uomini come vuoi. Siamo solo di colore diverso. Non fateci morire qui” - questo il disperato appello del giovane migrante che sogna di raggiungere il paese Transalpino dove ad attenderlo ci sono alcuni suoi familiari.

 

 

 

 

Cristina Iannuzzi

 

Giornalista
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