Romanzo criminale, quattro condanne VIDEO

Il gup distrettuale di Catanzaro ha assolto tre imputati giudicati con rito abbreviato nell'ambito dell'operazione della Dda di Catanzaro contro il clan Patania di Stefanaconi
di Gabriella Passariello
10 luglio 2015
13:08

Tre assoluzioni e quattro condanne per i sette imputati, giudicati con rito abbreviato coinvolti nell’operazione “Romanzo Criminale” condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia su disposizione della Dda di Catanzaro e diretta contro il clan Patania di Stefanaconi. Sono crollate le accuse per Antonio Sposato, Rosalino Petitto e Alex Loielo scagionati da tutte le accuse dal gup distrettuale di Catanzaro Assunta Maiore. Condannati invece Toni Mazzeo a due anni, otto mesi di reclusione e tremiladuecentoventi euro a titolo di multa, Daniele Bono (collaboratore di giustizia) dovrà scontare due anni e quattro mesi, Damiano Caglioti quattro anni e otto mesi, Riccardo Cellura, due anni otto mesi e il pagamento di una multa pari a tremiladuecentoventi euro. Caglioti e Vono sono stati condannanti a risarcire il Comune di Stefanaconi per un importo di 40mila euro, nei confronti della Provincia dovranno sborsare 20mila euro e 10mila all’associazione antiracket, tutti e tre costituitisi parte civile nel processo. Per gli altri quattordici imputati, che hanno optato per il rito ordinario è in corso il dibattimento davanti al Tribunale collegiale di Vibo Valentia. Si tratta dei fratelli Salvatore, Saverio, Giuseppe, Nazzareno, Andrea e Bruno Patania; la loro madre, Giuseppina Iacopetta, ritenuta al vertice della cosca dopo l’uccisione del marito, il boss Fortunato Patania durante la faida con i Piscopisani; Cosimo e Caterina Caglioti; Nicola Figliuzzi; Cristian Loielo; Alessandro Bartalotta; Francesco Lo Preiato; l’ex maresciallo dei carabinieri Sebastiano Cannizzaro e l’ex parroco di Stefanaconi don Salvatore Santaguida. Gli imputati rispondono a vario titolo di associazione mafiosa, usura, estorsione, danneggiamento, porto, detenzione e cessione di armi anche da guerra, possesso di segni distintivi contraffatti e favoreggiamento personale, commessi in concorso e con l'aggravante delle modalità mafiose.

 


Gabriella Passariello

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