Rinascita-Scott, l’avvocato Stilo querela la direttrice del carcere di Voghera per abuso

Il legale, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, era rinchiuso nel penitenziario lombardo. Poi è stato trasferito. All’origine della vicenda un ricovero in ospedale

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di Redazione
9 aprile 2020
12:15

I difensori dell'avvocato Francesco Stilo, arrestato il 19 dicembre scorso nell'ambito dell'inchiesta Rinascita-Scott della Dda di Catanzaro con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, nel corso dell'udienza di oggi del Tribunale del riesame di Catanzaro, hanno depositato una querela contro la direttrice del carcere di Voghera (Pavia) per abuso d'ufficio. Stilo è accusato di avere instaurato un rapporto collusivo con le cosche vibonesi Mancuso, Lo Bianco-Barba, Pardea, Ranisi, Fiarè-Razionale-Gasparro e Accorinti.

 


I suoi difensori, gli avvocati Piero Chiodo e Paola Stilo, hanno depositato la querela contro la direttrice del carcere che il 13 febbraio scorso ha inviato una lettera al gip di Catanzaro affermando, secondo quanto sostenuto dai legali, che il detenuto avrebbe rifiutato le cure di cui necessitava per una patologia cardiaca della quale soffre, facendosi dimettere dall'ospedale San Paolo nel quale era stato ricoverato. La direttrice avrebbe consigliato di spostare il detenuto nell'ospedale Sacco di Milano con il quale il carcere è convenzionato.

 

Secondo la querela dei legali di Stilo, invece, quest'ultimo aveva ottenuto dal giudice l'autorizzazione ad essere ricoverato nell'ospedale Niguarda, specializzato nella cardiochirurgia. È stato, invece, mandato al San Paolo. Dopo due giorni, il 12 febbraio, Stilo ha firmato le dimissioni per tornare in carcere. Un gesto di ribellione, hanno sostenuto gli avvocati, perché non aveva ricevuto le cure di cui aveva bisogno. Il 13 febbraio, secondo quanto sostenuto dai difensori dell'indagato, la direttrice ha scritto al gip un racconto parziale e fuorviante della storia. Da qui la querela messa agli atti. Nel frattempo Stilo è stato trasferito dal carcere di Voghera, dove si era verificato un caso di contagio da Covid-19, in quello di Opera e posto in isolamento perché proveniente da luogo a rischio. Gli avvocati hanno chiesto i domiciliari anche con utilizzo del braccialetto elettronico.  

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