Incubo finito

Revenge porn a Crotone, lo ricattano dopo un rapporto omosessuale e diffondono il filmato hard: tre arresti

Operazione dei carabinieri: in carcere finiscono un 46enne e un 39enne rumeni, ai domiciliari un 35enne. Mesi di vessazioni per la vittima costretta a pagare fino a 100 euro per evitare che il video circolasse online

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di Redazione Cronaca
18 luglio 2024
13:14

I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Crotone hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Crotone a carico di tre persone accusate di atti persecutori, estorsione continuata e revenge porn (diffusione di video a contenuto sessuale) nei confronti di un uomo del posto. In carcere sono finiti due rumeni di 46 anni, residente a Crotone, e di 39 anni, residente a Cutro, mentre agli arresti domiciliari è stato sottoposto un 35enne di Crotone. L'indagine, condotta dai carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Crotone, è stata avviata in seguito alla denuncia presentata da un uomo nello scorso mese di aprile. La vittima ha riferito ai militari di essere oggetto da circa due mesi di ripetute vessazioni da parte di un uomo con il quale aveva avuto un rapporto sessuale, filmato a sua insaputa e che lo minacciava di diffondere il video se lui non avesse pagato.

La vittima, che è sposata, in un primo tempo aveva deciso di pagare, versando cifre che andavano da pochi spiccioli a 100 euro. Tuttavia le richieste di denaro e le minacce sono continuate per cui l'uomo vittima del revenge porn ha deciso di rivolgersi ai carabinieri. L'indagine, condotta con modalità tradizionali e tecniche di intercettazione, ha documentato i contatti telefonici e le richieste estorsive.


Sono stati accertati i continui tentativi di contatto, concretizzati da centinaia di telefonate e messaggi alla vittima e persino la diffusione del video realizzato da uno degli indagati che lo ha inoltrato agli altri due e ad altre persone oltre che alla parte offesa, allo scopo di rafforzare la minaccia. I carabinieri hanno anche raccolto le telefonate e i messaggi effettuati dagli altri due indagati, allo scopo di continuare l'azione estorsiva già consumata, diffondendo più volte il video pornografico, mantenendo la vittima nella condizione di timore e assoggettamento.

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