Regione: il consigliere Salerno e il dirigente Caserta accusati di favorire gli “amici”

Venne creato un organismo ad hoc composto da persone vicine all’allora assessore per seguire l’istruttoria degli aspiranti al “Credito Sociale”
di Giuseppe Baglivo
2 febbraio 2017
12:58

Abuso d’ufficio. Questa la prima accusa mossa al consigliere regionale di Forza Italia, Nazzareno Salerno, il quale in qualità all’epoca dei fatti di assessore regionale al Lavoro, si sarebbe ingerito nelle prerogative dei dirigenti amministrativi della Regione Calabria circa il contenuto da dare ad un provvedimento del 21 marzo 2014 pretendendo che l’istruttoria degli aspiranti al beneficio di cui al progetto di “Credito Sociale” fosse svolta da un organismo creato ad hoc, ovvero il “Comitato di Gestione”, appositamente nominato anziché avvalersi delle personalità interne all’ente e che non avrebbero comportato costi aggiuntivi.

 


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Così facendo, Nazzareno Salerno è accusato di aver nominato nel Comitato di gestione “Antonio Cusimano, Francesco Perri, Luigi Gullo, Francesco Lia e Valerio Grillo”, quest’ultimo già coordinatore a Vibo Valentia di Forza Italia. Il tutto aggravato dal fatto che Nazzareno Salerno avrebbe favorito tali nominati intenzionalmente ed al fine favorirli “esclusivamente per motivi personali e privati, in particolare con Cusimano per via di rapporti di amicizia, con Valerio Grillo dell’appoggio elettorale”. Con tale condotta avrebbe procurato ai nominati un ingiusto profitto partrimoniale, pari alle somme incamerate in forza dei contratti professionali stipulati con danno ingiusto di rilevante gravità per la Regione Calabria stimato in oltre 237 mila euro.

 

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Stesso reato viene contestato a Nazzareno Salerno anche in concorso con Vincenzo Caserta, 60 anni, originario di San Costantino Calabro (Vv), residente a Catanzaro, ex dirigente generale del Dipartimento “Sviluppo Economico, Lavoro e Politiche sociali” della Regione Calabria. In questo caso, Caserta su istigazione di Salerno è accusato di aver adottato un decreto con il quale le spese di gestione del fondo erano incrementate dal 2 al 3% per favorire i membri del “Comitato di Gestione”. Con tale condotta, Caserta e Salerno avrebbero procurato un danno alla Regione pari alla quota dell’1% impiegabile per le finalità del progetto, con speculare vantaggio per i membri del Comitato di Gestione.

 

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Giuseppe Baglivo

Giornalista
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