Reggio, sgomberato immobile confiscato al “re dei videopoker”

L’edificio diventerà sede dei carabinieri. Era la residenza di Gaetano Campolo, condannato per estorsione aggravata dal metodo mafioso e a cui è stato sequestrato un patrimonio di 330 milioni di euro

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di Redazione
18 ottobre 2018
17:40

É stato sgomberato a Reggio Calabria l'immobile in cui risiedeva l'imprenditore Gaetano Campolo, detto "il re dei videopoker", condannato con l'accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. La struttura sgombrata rientra nel patrimonio per un valore di oltre 330 milioni di euro confiscato a Campolo, composto da oltre 250 immobili, opere d'arte e beni di interesse storico artistico, dipinti d'autore e varie attività imprenditoriali. A dare notizia dello sgombero é, con un comunicato, la Prefettura di Reggio Calabria.


«Emerge in tutta la sua evidenza si afferma nella nota - la portata simbolica dell'operazione, che se da un lato è emblematica dell'efficacia delle strategie di contrasto alla 'ndrangheta e alle sue articolazioni nel delicato settore delle misure patrimoniali, dall'altro assume una particolare valenza sotto il profilo etico, sociale e culturale. Accanto all'attività di prevenzione e di repressione, infatti, l'attacco ai benefici economici acquisiti con la forza della violenza e dell'intimidazione rappresenta un elemento fondamentale sul piano del ripristino della legalità. In questa prospettiva è necessario che i beni sottratti alla criminalità diventino 'presìdi di legalità', forieri di rinnovate relazioni economiche, sane e legali affinché divengano occasione di rilancio economico, soprattutto per le aree geografiche maggiormente interessate dal fenomeno mafioso, ponendo il lavoro al centro di un nuovo percorso di riscatto civile e sociale».



L'immobile sgomberato sarà destinato a ospitare la sede del Ros dei carabinieri. «Dare un segnale molto forte nella lotta alla criminalità organizzata - ha affermato il prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari - è fondamentale, e non solo sotto il profilo etico. Queste azioni, infatti, non solo rafforzano la fiducia nello Stato, nelle istituzioni, ed in particolare nella magistratura e nelle forze di polizia, che ringrazio per il diuturno efficace lavoro, ma contribuiscono anche a rinvigorire la reazione della società civile alla pervasività della 'ndrangheta e ai suoi disvalori».

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