Reggio, si spara ancora nel territorio della cosca Libri: intimidazione nella notte

Colpi di pistola contro la saracinesca di un negozio di materiale elettrico sulla via Reggio Campi. Indagini della Polizia in corso. Ed il "feudo" della consorteria di Cannavò è ormai una polveriera

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di Redazione
11 settembre 2019
09:47

Si torna nuovamente a sparare a Reggio Calabria e la situazione non può che farsi preoccupante. Ignoti, nella tarda serata di ieri, infatti, hanno esploso diversi colpi di pistola all’indirizzo della saracinesca di un noto esercizio commerciale di rivendita di materiali elettrici sulla via Reggio Campi, vicino alla Chiesa Parrocchiale di San Domenico.

L'intimidazione

Erano da poco trascorse le 23, dunque ad un orario in cui ancora numerose sono le persone che percorrono una via trafficata come quella che collega la parte alta della città con le vie del centro, quando, all’improvviso, i residenti hanno udito diversi colpi di arma da fuoco. Sul posto, nel giro di qualche minuto, è giunta una Volante della Polizia di Stato che ha appurato come l’atto intimidatorio fosse stato eseguito nei confronti del negozio di materiale elettrico. Erano ben visibili, infatti, i fori lasciati dai proiettili. Sulla via Reggio Campi sono giunti anche gli uomini della Scientifica per i rilievi del caso. Adesso la parola passa alla Squadra mobile, guidata da Francesco Rattà, la quale ha avviato le indagini necessarie a risalire agli autori di questo ennesimo gesto criminale. Qualche informazione utile potrebbe giungere dalle telecamere a circuito chiuso poste all’esterno dell’esercizio commerciale così come quelle dei negozi vicini.


Territorio polveriera

Non sarà un lavoro semplice per gli investigatori. Anche il quartiere Reggio Campi, infatti, ricade sotto l’egemonia della cosca Libri (nelle sue diverse articolazioni), duramente colpita, negli ultimi tempi, dall’attività della Direzione distrettuale antimafia reggina. Un territorio, quello che va da Cannavò fino a Reggio Campi, soggetto a particolari tensioni maturate in un contesto in cui sono apparsi dualismi di vertice non infrequenti e che ne hanno fatto una vera polveriera. Lo dimostrano gli atti intimidatori che si sono susseguiti ai danni di diversi esercizi commerciali. A volte per ragioni di tipo personale, altre per questioni squisitamente ‘ndranghetistiche. Ne deriva un quadro abbastanza frammentato, che non può escludere la presenza di personaggi che intendono sfruttare questo vuoto di potere, per scalare le gerarchie mafiose a suon di atti intimidatori. Ecco la difficoltà del lavoro degli investigatori: ricostruire un puzzle che muta e si adatta in base alle circostanze. Le indagini tenteranno di dimostrare se l’episodio di ieri sia ascrivibile alla volontà di dimostrare l’egemonia territoriale o ad altre diverse ragioni.

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