Proiettili ad azienda rivale dalla concorrente calabrese, due arresti a Parma

In manette due persone con l’accusa di estorsione aggravata. Avrebbero agito per facilitare l’aggiudicazione di un cospicuo appalto in Danimarca alla Gf Nuove costruzioni, riconducibile ad un imprenditore calabrese coinvolto in Stige

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di Redazione
30 maggio 2019
13:28
Carabinieri
Carabinieri

Avevano appiccato il fuoco al portone dell'azienda concorrente e spedito alcuni proiettili al titolare per impedirne la corsa nell'aggiudicazione di un cospicuo appalto. Per questo motivo due persone, Francesco Greco e Giuseppe Gigliotti, sono state arrestate dai carabinieri di Parma al termine di un'indagine coordinata dalla Procura della città emiliana. L'accusa - come riferisce l'ansa - è di estorsione aggravata. L'autore materiale dell'incendio sarebbe Francesco Greco mentre come mandante è stato individuato Giuseppe Gigliotti, cugino di Franco Gigliotti coinvolto nell'inchiesta Stige ma ritenuto estraneo a questa vicenda. La vicenda vede coinvolte due aziende parmensi in lizza per un’importante commessa in Danimarca. Una di queste, in base alle indagini, avrebbe tentato di tutto pur di ostacolare l’avversario.

Il ruolo dell'impresa concorrente

Le attenzioni degli inquirenti si sono subito concentrate sull'unica concorrente dell'azienda Aschieri, vittima di intimidazioni, ovvero la 'Gf Nuove Tecnologie' riconducibile all'imprenditore calabrese Franco Gigliotti. Ricostruite tutte le strategie intimidatorie indirizzate all’imprenditore Alberto Aschieri, operante nel settore dell'impiantistica alimentare, che, in pochi giorni, nel luglio del 2017, aveva avuto prima recapitata una busta nella cassetta postale dell'azienda con all'interno tre cartucce per revolver calibro 40 e poi incendiata la porta vetrata della sua azienda a Corcagnano di Parma. Da questi episodi era scattata l'indagine dei carabinieri.


La commessa in Danimarca

La gara era stata poi vinta dalla stessa G.F., ma Aschieri aveva esternato dubbi sulla linearità, sospettando che gli importi della propria proposta commerciale fossero stati preventivamente comunicati a Gigliotti. Ma c'era stata anche un'altra occasione di frizione tra le due imprese: in particolare, a fronte di un credito per oltre 300mila euro che entrambe le aziende vantavano verso una ditta parmigiana, una consociata dalle G.F. ne voleva acquisire il patrimonio aziendale per rientrare nel credito, ma l'occasione sfumò per un'ingiunzione di pagamento presentata da Aschieri che, nel settembre 2017, aveva determinato il fallimento dell'impresa insolvente. Nella circostanza lo stesso Aschieri fu contattato da Giuseppe Gigliotti per indurlo a non richiedere l'ingiunzione di pagamento. Tutti indizi, assieme alla raccolta dei tabulati telefonici degli indagati, che hanno portato a formulare l'accusa di estorsione aggravata, ovvero costringere l'imprenditore Alberto Aschieri a rinunciare alla commessa in Danimarca permettendo alla 'G.F. Nuove Tecnologie' di aggiudicarselo. Minacce che portarono Aschieri a rinunciare di fatto all'appalto con un ribasso di poche decine di migliaia di euro.

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