Processo De Rose: le accuse di Chizzoniti

“Ritenuto che i Carabinieri di Rende si sono rifiutati di eseguire la notifica a Umberto De Rose con nota in atti, dispone che la cancelleria curi la notifica a mezzo degli ufficiali giudiziari di Cosenza poiché i Carabinieri non sono disponibili ad effettuarla”.
di Redazione
11 novembre 2015
18:43

Questo è il clamoroso contenuto del verbale dibattimentale connesso all’udienza del 20/10/2015 quando il processo a carico di Umberto De Rose, imputato di tentata violenza privata ai danni del Direttore del quotidiano “L’Ora di Calabria”, Dott. Luciano Regolo, ed altri, è stato necessariamente differito (per la terza volta) al 05/01/2016. Sulla scorta di quanto precede l’Avv. Aurelio Chizzoniti che, n.q. di Presidente della Commissione di Vigilanza e Controllo Regionale, aveva già denunciato alla Procura della Repubblica di Cosenza il predetto De Rose ex art. 610 c.p. (a causa del sabotaggio delle rotative che ha impedito la pubblicazione di talune notizie non gradite all’odierno imputato al tempo stampatore dell’Ora di Calabria), ed oggi aspirante parte civile quantomeno quale cittadino-abbonato al prefato quotidiano che rivendica il diritto ad essere informato, non ha esitato a presentare un motivatissimo esposto alla Procura della Repubblica di Cosenza “chiedendo la punizione dei colpevoli”. Per i reati di omissione in atti d’ufficio (Carabinieri di Rende) e falso ideologico omissivo nei confronti degli ufficiali giudiziari procedenti. Chizzoniti, evocando l’impareggiabile onestà intellettuale del Giudice Dott.ssa Manuela Gallo che senza tentennamenti ha disposto la verbalizzazione della cruda realtà, ritiene gravissimo il rifiuto dei Carabinieri che hanno evocato l’art. 148 c.p.p. che solleva la P.G. dal compito delle notifiche sottolineando che trattasi di una previsione codicistica claudicante, ovvero priva di sanzione, tant’è che la Corte Suprema di Cassazione ha ripetutamente ribadito l’efficacia della notifica effettuata in deroga all’art. 148 c.p.p. attesa l’assoluta carenza di una norma ad hoc che ne conclami la nullità. Ma, il denunciante rincara la dose sul versante della responsabilità dei Carabinieri evidenziando che nella specie era stata richiesta la notifica del decreto di citazione a giudizio diretta emesso ex artt. 550-552 c.p.p. a conclusione delle indagini preliminari e come tale ricadente sotto l’imperio del modello tecnico di cui all’art. 151 c.p.p. trattandosi del decreto di citazione emesso dal P.M. nel contesto delle indagini preliminari delle quali rappresenta e costituisce la parte terminale con conseguente, espressa competenza della P.G. . Non meno grave il denunciante considera la posizione degli ufficiali giudiziari procedenti in servizio presso l’UNEP del Tribunale di Cosenza che hanno esercitato disinvolte quanto pericolosissime ancorché paludose opzioni, poiché l’imputato fin qui “miracolato” è persona estremamente conosciuta in tutta la Regione Calabria e segnatamente a Cosenza e Provincia non soltanto per l’attività di imprenditore esercitata ma anche per via dei numerosi incarichi istituzionali ricoperti. Per cui, in tema di notifiche, secondo il costante orientamento giurisprudenziale maturato nel tempo in relazione all’operatività della previsione di cui agli artt. 140-143 c.p.c., secondo l’ex Consigliere Regionale “non si può prescindere dal doveroso accertamento volto a verificare se il notificante conosceva o avrebbe potuto conoscere, adottando la comune diligenza, la residenza, la dimora o il domicilio del destinatario, ovviamente, con riferimento al caso concreto”. Sta di fatto, evidenzia Chizzoniti, che il processo contro De Rose non decolla avendo subito a causa delle ripetute omesse notifiche tre inevitabili rinvii alle udienze del 05/12/2014, 20/04/2015 e 20/10/2015 con fisiologico aggiornamento al 05/01/2016 quando si verificherà la caratura degli spettri vaganti nella penombra dei corridoi della Giustizia il cui operato, allo stato, si scontra comunque con le notifiche ritualmente andate a buon fine nei confronti di De Rose imputato in altro procedimento penale in corso innanzi il Tribunale di Catanzaro. L’esposto è stato presentato in data 9 novembre andante presso la Procura della Repubblica e la Presidenza del Tribunale di Cosenza e contestualmente rimesso al Presidente della Corte di Appello di Catanzaro, ai Comandanti nazionale, regionale e provinciale (CS) dell’Arma dei Carabinieri, alla quale Chizzoniti rinnova “stima ed apprezzamento per l’impegno quotidianamente profuso in difesa della collettività”. Lo stesso è stato trasmesso anche all’On.le Dalila Nesci del Gruppo Parlamentare Pentastellato.


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