Processo contro clan Patania, killer in aula: ‘5000 euro il compenso per l’omicidio’

Deposizione ieri in aula al tribunale di Vibo Valentia di uno dei due Killer, oggi collaboratore di giustizia, assoldato dal clan Patania nella faida contro i Piscopisani
di Redazione
17 marzo 2015
12:59

Vibo Valentia - Vasvi Beluli e Arben Ibrahimi, hanno ammesso, ieri in aula, di essere i killer assoldati dal clan Patania di Stefanaconi per uccidere Francesco Scugli, ritenuto l’autore materiale dell’omicidio del boss Fortunato Patania. Lo ha raccontato Vasvi Beluli, detto “Jimmy”, dinanzi al tribunale di Vibo Valentia. Il killer riferisce che nel gennaio 2012 viene contattato dai Patania per fare fuori Scugli. Lui accetta “perché avevo bisogno di soldi” riferisce. Assieme a lui arriva in Calabria Arben Ibrahimi. I due killer hanno raccontato inoltre di aver percepito 500 euro per l’omicidio anche se erano stati assoldati per 5 mila euro ad omicidio. Dopo aver portato a termine la missione, Beluli incontra Giuseppina Patania, la vedova del boss Fortunato, che dopo la morte del marito aveva preso le redini della famiglia e racconta che la donna, appresa la notizia si inginocchiò davanti la statua della Madonna per ringraziarla. Si voltò poi verso il killer e disse: “Grazie”, Beluli rispose: “Grazie per cosa”. La vedova replicò: “Tu lo sai il perché”.

 


Beluli ha poi dichiarato di aver preso parte, sempre nell’ambito della faida tra i Patania e i “Piscopisani”, all’omicidio del 31enne Davide Fortuna ucciso il 6 luglio 2012 mentre era in spiaggia a Vibo Marina con moglie e figli.

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