Praia, dissequestrata l’ex fabbrica tessile Marlane: sigilli dal 2016 per le inchieste su morti e malattie tra gli operai
Due i processi celebrati, il primo si è concluso con l'assoluzione piena degli imputati e il secondo a settembre scorso con l'archiviazione disposta dal gip di Paola
I terreni e le parti dell'edificio dell'ex fabbrica tessile Marlane di Praia a Mare, nel Cosentino, sotto sequestro dal 2016 per motivi d'indagine, sono stati dissequestrati questa mattina in esecuzione di un provvedimento del gip di Paola Carla D'Acunzo. Il provvedimento, che prevede la contestuale restituzione dei beni ai proprietari, ha riguardato sia le parti di proprietà del Gruppo Marzotto che quelle cedute nel 2016 dal colosso industriale con sede a Valdagno, in provincia di Vicenza, al Comune di Praia a Mare. Pochi mesi dopo, era avvenuto il sequestro.
Il processo | Morti sospette tra gli operai della ex Marlane, il Gip dispone l’archiviazione per gli indagati
L'anno seguente era stato poi avviato un nuovo procedimento - Marlane bis - nei confronti di ex dirigenti e impiegati, accusati di omicidio colposo e lesioni colpose in relazione alla morte o alle patologie gravi riguardanti una quarantina di operai dell'industria dismessa nel 2004 da Marzotto conseguenza, secondo l'accusa, dell'esposizione a sostanze chimiche utilizzate nei processi di produzione della fabbrica tessile. A settembre scorso, dopo 7 anni di fase preliminare, si è giunti all'archiviazione disposta dal gip di Paola.
Il primo procedimento, invece, per i reati di omicidio colposo, lesioni gravissime, omissione dolosa di cautele sul lavoro e disastro ambientale si era concluso con l'assoluzione piena degli imputati da tutte le accuse e in ogni grado di giudizio.
Alle operazioni di questa mattina, con le forze dell'ordine incaricate dell'esecuzione dell'ordinanza, i carabinieri della locale stazione e la polizia municipale, era presente il sindaco del Comune di Praia a Mare Antonio De Lorenzo, autore a settembre scorso dell'istanza di dissequestro delle superfici, accolta dal Gip. «Passati gli anni e viste anche le risultanze dei ben noti procedimenti giudiziari, non aveva più senso mantenere i sigilli sull'area», ha detto.