Infrastrutture

Porto di Corigliano Calabro: il cantiere navale fermo e la marineria in difficoltà

Anche quest'anno i pescatori di Schiavonea costretti a spostarsi per la manutenzione delle imbarcazioni. Rosa Silvana Abate lancia l’appello: «Non possiamo più aspettare».

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di Matteo Lauria
17 ottobre 2024
09:23

Ancora una volta, i pescatori della marineria di Schiavonea sono stati costretti a lunghi viaggi per raggiungere cantieri navali in porti lontani, come quelli di San Benedetto del Tronto nelle Marche, a causa del mancato avvio del cantiere navale nel porto di Corigliano Calabro. Una situazione che si ripete da anni, soprattutto nel periodo di fermo biologico, quando le imbarcazioni necessitano di manutenzione. Nonostante gli sforzi e le concessioni già assegnate, la vicenda resta ferma in un'impasse che pesa gravemente sul settore ittico locale.

Rosa Silvana Abate, ex parlamentare e componente del coordinamento civico “Giù le mani dal porto”, denuncia questa situazione, lanciando un appello alle istituzioni e alle autorità competenti affinché intervengano con urgenza per sbloccare una vicenda che si protrae da troppo tempo.


Un cantiere navale fermo e una marineria in affanno

Il porto di Corigliano Calabro, una delle infrastrutture più importanti per l’economia marittima calabrese, potrebbe rappresentare una risorsa fondamentale per la marineria locale. Eppure, nonostante più di un anno fa sia stata assegnata la concessione del cantiere navale a una società locale, tutto sembra essere fermo. Al momento, solo i pontili, che ospitano circa 200 imbarcazioni da diporto, sono stati messi in funzione, ma non ci sono ancora segnali concreti sull’avvio delle attività di manutenzione navale, tanto attese dai pescatori.

Questo ritardo costringe gli imprenditori del settore a migrare verso altri porti, affrontando spese ingenti e giorni di navigazione per raggiungere i cantieri navali lontani. «Non è accettabile che ancora una volta i nostri pescatori siano costretti a percorrere centinaia di miglia per la manutenzione delle loro imbarcazioni», commenta Abate, sottolineando l’urgenza di far partire il cantiere navale locale.

Un'opportunità di sviluppo bloccata

La vicenda del cantiere navale di Corigliano Calabro non è solo una questione di praticità per i pescatori, ma rappresenta un'opportunità economica e occupazionale per l'intera regione. La concessione, che comprende anche il tratto di mare antistante con i pontili, potrebbe trasformare il porto in un centro di riferimento per la manutenzione navale, generando posti di lavoro e creando un importante indotto per il settore ittico. Le potenzialità ci sono: le gru già presenti nel cantiere potrebbero gestire agevolmente il traffico delle imbarcazioni, sia per la pesca che per il diporto, migliorando la competitività del porto rispetto ad altri scali del Mediterraneo. «Non abbiamo nulla da invidiare agli altri porti», afferma Abate, evidenziando come il porto di Corigliano Calabro possa diventare un punto di riferimento non solo per la pesca, ma anche per il turismo nautico e le crociere.

Un appello alle istituzioni

Le aspettative della comunità sono alte. I cittadini, le istituzioni locali e i vari coordinamenti civici, come “Giù le mani dal porto”, attendono con impazienza che si sblocchi la situazione e che finalmente il porto di Corigliano Calabro possa esprimere tutto il suo potenziale. «Dobbiamo smettere di essere spettatori passivi di questa situazione. Le risorse ci sono, i progetti sono pronti, ora servono azioni concrete», sottolinea Abate. Il suo appello è chiaro: occorre che le istituzioni si attivino immediatamente per evitare che anche il prossimo anno la marineria locale sia costretta a rivolgersi a cantieri navali lontani, con tutte le difficoltà economiche e logistiche che questo comporta. L'attivazione del cantiere navale non è solo una questione di comodità per i pescatori, ma rappresenta una possibilità di rilancio per l'intero territorio. «Il porto di Corigliano può diventare un motore di sviluppo sano e adeguato, capace di creare occupazione e di dare una spinta decisiva al settore ittico», conclude Abate. L’appello è rivolto a tutti coloro che hanno la responsabilità di sbloccare questo progetto, affinché la marineria di Schiavonea non sia più costretta a navigare lontano per trovare i servizi di cui ha bisogno, ma possa contare su un’infrastruttura locale adeguata e funzionale.

Giornalista
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