Polsi, il vescovo di Locri: «Sia simbolo del riscatto morale della Calabria»

In occasione della festa della Madonna della montagna monsignor Oliva ha incalzato: «Il santuario non è 'ndrangheta ma rinascita per chi non vuole più restare al di fuori delle agende politiche»

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2 settembre 2019
12:37
Il vescovo Oliva a Polsi - Repertorio
Il vescovo Oliva a Polsi - Repertorio

«È ingeneroso continuare a collegare questo luogo di culto alla 'ndrangheta, azzerando quanto da anni si sta facendo per recuperare la sua vera identità. Polsi è semplicemente un santuario. Un santuario da amare, da custodire, da tutelare da ogni interesse ed interferenza esterna». Lo ha detto vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, parlando oggi nel santuario di Polsi, nel Reggino, in occasione della festa della Madonna della montagna. La località aspromontana, come documentato in molti atti giudiziari, è tradizionale ritrovo dei capi della mafia calabrese, che vi si ritrovano ogni anno, approfittando dei festeggiamenti, mimetizzandosi tra i fedeli.


Oliva, però, rifiuta l'equazione fra il luogo di culto e la criminalità: «È un luogo sacro - dice - che vuole offrire ai tanti pellegrini che lo visitano momenti di silenzio, di preghiera. Un luogo dove è possibile riscoprire il rispetto per la natura, il valore della riconciliazione con Dio e con i fratelli. La società civile ha tutto l’interesse che sia questo e che ci si adoperi sempre più nell’affermare e tutelare questa identità. Le nostre comunità, l’intera società ha bisogno di luoghi, dove poter riscoprire i valori alti della pace, della solidarietà e del perdono. Essi sono polmoni di spiritualità, di cui tutti e l’intera società abbiamo bisogno. Quanto vorrei - ha aggiunto - che Polsi divenisse simbolo del riscatto morale della nostra gente, che non accetta più di restare al di fuori delle agende politiche».



Mons. Oliva ha anche sollecitato la costruzione di una moderna strada di collegamento al santuario. «È nelle attese di tutti - ha spiegato - poter arrivare al santuario di Polsi da ogni dove, sani e malati, giovani ed anziani. Si deve poter venire qui senza rischiare la vita. Una nuova strada, più sicura e percorribile, è il simbolo del riscatto di Polsi. Al riguardo possiamo dire, come annunciato lo scorso anno, che siamo sulla buona strada. C’è un finanziamento, c’è una volontà politica. Ma occorre passare dalle parole ai fatti, dall’annuncio alla realizzazione. E su questo possiamo avere risposte concrete da parte delle Autorità presenti. Vigiliamo perché non accada, - come talvolta è accaduto - ha continuato - che i finanziamenti stanziati vadano distratti, sperperati, mal spesi, senza giungere alla conclusione dell’opera. Presteremo la massima attenzione: noi tutti e tutta la comunità dei devoti di Polsi. Siamo tutti responsabili della cosa pubblica. La realizzazione dell’opera nei tempi giusti - ha poi detto il vescovo - significherà la vittoria della buona amministrazione sulle forze disgregatrici, criminali e mafiose. Sarà un segno di riscatto per Polsi, e per tutta quella gente che viene qui con un bagaglio di umanità, di umiliazioni e di povertà, ma anche con tanta dignità. Con la dignità di un popolo - ha sottolineato - che va tutelata proprio perché si porta dietro tante ferite, debolezze ed errori».

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