Vibo, ispezione dei Nas alla pizzeria Giovanna: «Non hanno disposto la chiusura» - VIDEO

Il titolare Pasquale Fuscà spiega che è stata imposta solo una sospensione temporanea, con l’attività che è regolarmente ripresa il giorno dopo
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di Enrico De Girolamo
5 maggio 2018
18:40
Pasquale Fuscà
Pasquale Fuscà

«La pizzeria è regolarmente aperta e stiamo lavorando perché non è stato emesso alcun provvedimento di chiusura del locale, ma è stata imposta solo una temporanea sospensione dell’attività, che però è già ripresa».

 


Pasquale Fuscà (foto), titolare della pizzeria Giovanna di Vibo Valentia, offre la sua versione dopo che la notizia della chiusura delle cucine del locale, a seguito di un’ispezione sanitaria, si è diffusa come un lampo.

 

La vicenda prende le mosse dall’intossicazione alimentare di 6 studenti del Liceo Capialbi di Vibo Valentia, avvenuta il 24 aprile scorso dopo aver consumato pizzette e arancini forniti proprio dalla pizzeria Giovanna in occasione di una manifestazione scolastica. A seguito di ciò, i carabinieri di Vibo, in collaborazione con i colleghi del Nas di Catanzaro e con il personale dell’Azienza sanitaria, hanno effettuato un’ispezione nel locale, riscontrando «gravi carenze igienico-strutturali tali da disporre la sospensione immediata dell’attività di ristorazione, con la chiusura della cucina e del deposito alimentare».

 

 

 

Da qui il provvedimento di sospensione dell’attività, che però, si precisa nel verbale dei carabinieri, potrà riprendere dopo la sanificazione dei locali, in altre parole una pulizia approfondita e condotta secondo i protocolli previsti dalle normative in materia. Effettuato l’intervento, lo stesso titolare è tenuto a comunicare all’Asp, sotto la propria responsabilità, di aver adempiuto, potendo così riaprire.

 

«Ed è quello che ho fatto - spiega Fuscà - il locale è rimasto chiuso solo nel pomeriggio e nella nottata di giovedì scorso per procedere alla pulizia. Venerdì mattina ho comunicato agli uffici dell’azienda sanitaria l’avvenuta sanificazione e abbiamo riaperto».

 

Dunque, allo stato, la pizzeria è regolarmente in attività. Per quanto riguarda invece le carenze strutturali (riparazione di alcune piastrelle, realizzazione di servizi igienici e spogliatoi da destinare al solo personale, ritinteggiatura, sostituzione di alcune attrezzature e istallazione del maniglione nel bagno per i disabili) il tempo a disposizione per adempiere è più lungo: 30 giorni. Nel frattempo la pizzeria, stando a quanto si legge nel verbale redatto al termine dell’ispezione, può riaprire.

 

In merito a quanto avvenuto al Capialbi, poi, Fuscà è convinto di poterne uscire senza responsabilità dirette, «perché - spiega - gli arancini che abbiano servito agli studenti li abbiamo acquistati congelati da un’altra ditta, con tanto di fatturazione che dimostra la provenienza».
Interrogativi che potranno essere sciolti definitivamente solo dopo l’esito delle analisi sul cibo sequestrato, che sono attualmente in corso.

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