Ospedale di Polistena, tra carenza di personale e costosi macchinari mai utilizzati

Sul reparto sono stati investiti 500mila euro per la nuova strumentazione che non viene utilizzata per mancanza di spazio, mentre la tac è in funzione da 12 anni

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di Redazione
14 novembre 2018
14:57
L’interno dell’ospedale di Polistena
L’interno dell’ospedale di Polistena

C’è un via vai continuo nel reparto di radiologia e tac dell’ospedale di Polistena. Gli operatori sanitari fanno del loro meglio per poter sopperire alle carenze tecniche e di personale che l’Asp di Reggio Calabria non riesce a fronteggiare. I ritardi nell’espletamento dei bandi di assunzione, rispetto a altre Aziende sanitarie provinciali, ha portato medici e tecnici a trovare lavoro in altri ospedali e adesso a Polistena pare che nessuno voglia più andarci.

 


«Da quando sono arrivato, dieci anni fa – ha dichiarato Domenicantonio Cordopatri, direttore del reparto di radiologia e tac dell’ospedale di Polistena - c’è una carenza di organico medico, tecnico e infermieristico. Ciò era dovuto in principio al Piano di rientro che aveva bloccato le assunzioni. Adesso le procedure per le assunzioni sono ripartire, ma ciò è stato fatto in ritardo rispetto alle altre Aziende sanitarie provinciali della regione e, quindi, i radiologi non partecipano ai bando perché si sono già sistemati in altri ospedali».

 

«Per quando riguarda i tecnici la situazione è ancora peggiore rispetto ai medici – ha sottolineato Cordopatri - perché molti tecnici sono andati in pensione negli ultimi anni e adesso siamo con solo 4 tecnici reperibili per la radiologia e tre per la tac. Per non bloccare il servizio è, quindi, necessario che personale faccia turni in più andando oltre le 250 ore di straordinario previste dal contratto».

 

Un’eccedenza di ore di straordinario che l’Asp non vuole riconoscere ai tecnici. Seppur obbligati a coprire tutti i turni, infatti, non percepiscono il pagamento delle ore della reperibilità da marzo scorso.

 

«L’ufficio del personale non ritiene di doverli pagarli – ha aggiunto il medico - ora si cerca di uscire dall’impasse grazie alla mediazione dei vertici aziendali. Resta il fatto che i tecnici non vengono pagati da marzo scorso».

 

Se il discorso si sposta dal personale alle apparecchiature di certo non va meglio. La tac è in funzione da 12 anni, che per uno strumento tecnico è un tempo lunghissimo, mentre la risonanza magnetica di ultima generazione, costata circa 500mila euro, giace da due anni impacchettata perché non si trovano locali idonei ad ospitarla. «La prima collocazione che era stata prevista era lontana dal nostro reparto – ha spiegato Cordopatri - ed essendo un’apparecchiatura che abbisogna di un controllo costante, ho proposto di aggiungere una stanza tra i reparti di radiologia e laboratorio di analisi. Dall’azienda mi hanno garantito che nel giro di qualche mese inizieranno i lavori».

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